Le previsioni sui tassi sono sempre state una vexata quaestio per gli economisti. Soprattutto in economie in cui i principali tassi d’interesse sono strettamente legati alle decisioni delle Banche centrali. Cosa decideranno, quindi, BCE e FED e come deve operare chi ha un mutuo? Quando scenderanno i tassi?
Previsioni sui tassi
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Cosa fanno solitamente le Banche centrali?
In effetti, a voler essere pignoli, esistono diversi modelli econometrici, che ci dicono se un tasso è troppo elevato o troppo basso per l’economia di un Paese. Tuttavia, la storia insegna, in questo caso, più dei modelli econometrici. E anche le ultime decisioni di FED e BCE indicano un aspetto significativo.
Solitamente le banche centrali, o almeno quelle dell’eurozona e degli USA, come si suol dire in gergo, stanno dietro la curva. Questo significa che, invece di agire per prevenire certi fenomeni e prima che questi accadano, o almeno che si estrinsechino in modo netto e chiaro, attendono diverse conferme. Agendo quindi a fenomeno già acclarato. Ricordate i tempi in cui l’inflazione aveva iniziato a rialzare la testa?
Inizialmente i principali report ed analisi emessi da FED e BCE dichiaravano che a loro parere si trattava di fenomeno transitorio, e che sarebbe stato un errore procedere con rialzi dei tassi.
Poi, quando l’inflazione ha raggiunto livelli che le due Banche centrali non si attendevano, ecco invece cambiare politica monetaria, ed innescare rialzi dei tassi, ancora in corso.
Sarebbe quindi lecito attendersi ora un simmetrico comportamento. Quando scenderanno i tassi?
E, quindi, che i tassi si abbassino non a seguito di una fase di riduzione dell’inflazione, fenomeno in corso.
O quando lo dicano sofisticati algoritmi.
Ma solo quando si raggiunga il target d’inflazione programmato, al 2%, target che vale per la BCE, ma dovrebbe essere il riferimento anche per ia FED.
Considerando quindi che solo nel 2025 le principali proiezioni economiche stimano il raggiungimento di un tale tasso, probabilmente le decisioni delle due Banche centrali comporteranno se non di innalzare, quanto meno di non ribassare i tassi sino al 2024 e a parte del 2025.
Nel frattempo stiamo assistendo a fenomeni recessivi, in Germania e in Olanda, e ad alert sulla crescita di diversi Paesi da parte di agenzie di rating.
Ma, a meno di un più accentuato fenomeno recessivo, probabilmente tale componente macro difficilmente influirà sulle decisioni di politica monetaria.
Cosa fare con i mutui?
Ma nel frattempo, quindi, come comportarsi con i mutui?
Sono molti i clienti di banche, che si trovano incastrati in mutui cosiddetti a tasso variabile.
O almeno la maggior parte dei mutui a tasso variabile. Fanno eccezione coloro che hanno contratto un cosiddetto mutuo capped rate. Ossia un mutuo a tasso variabile, ma che fissa un tasso limite, oltre il quale il tasso non può salire.
Alcune soluzioni sono state adottate dal Governo.
In primis, l’obbligo legale di trasformazione dei mutui a mutuo variabile in mutui a tasso fisso. Ma non tutti possono agevolarsene, ricorrendo l’obbligatorietà di alcuni requisiti.
Requisiti
Occorre infatti un ISEE inferiore a 35.000 euro.
Inoltre vale solo per mutui di importo inferiore ai 200.000 euro ed occorre essere in regola con il pagamento delle rate pregresse.
Non è comunque detto che tale conversione, obbligatoria per la banca, convenga. Anche perché il tasso fisso impedirebbe di agevolarsi di eventuali, futuri ribassi dei tassi.
Va inoltre ricordata la surroga, ossia la possibilità di cambiare il tasso variabile con un contratto a tasso fisso presso altra banca, senza oneri aggiuntivi.
La nuova banca resta tuttavia libera di fissare il tasso e l’operazione potrebbe non risultare conveniente per tutti.
Ulteriore soluzione quella di allungare la durata del mutuo, abbassando l’importo delle singole rate.
In generale, possiamo dire che, in base alle proiezioni più probabilistiche, i tassi rimarranno comunque alti sino al 2024, parte del 2025. E per le rate a partire, quindi, da tale tempistica, potrebbe convenire spostarsi dal fisso al variabile, almeno in linea generale. In ogni caso, occorre sempre valutare il singolo caso, in base alle condizioni ed ai tassi di riferimento inizialmente stipulati.
Quando scenderanno i tassi? E cosa fare nel frattempo per i mutui? Conclusioni
In questo articolo abbiamo esaminato proiezioni sui tassi e opzioni sui mutui.
A nostro avviso il discrimine più rilevante riguarderà, temporalmente, il 2025, anno che dovrebbe vedere il raggiungimento dei tassi d’inflazione target di FED e BCE e una probabile inversione della politica monetaria.