Quando può andare in pensione un invalido civile? La presenza di malattie invalidanti garantisce l’accesso alla pensione con qualche anno di anticipo? Attingiamo le risposte a queste domande dal nostro team di esperti in materia pensionistica. Di sicuro, molto dipende dalla percentuale di invalidità che la Commissione sanitaria riconosce durante la visita medica di accertamento. Ciò perché la percezione di assegni, di trattamenti previdenziale e agevolazioni fiscali e assistenziali dipende e cambia in base alla gravità della patologia invalidante.
Nell’articolo “Come si fa la domanda per la pensione di invalidità?” il lettore troverà informazioni utili per inoltrare richiesta all’Inps. Adesso vediamo in una manciata di minuti quando può andare in pensione un invalido civile e quali requisiti bisogna avere per accedere al trattamento previdenziale. Di sicuro L’ente previdenziale concede una corsia preferenziale anche per chi presenta una percentuale di invalidità pari o superiore al 74%. Ciò perché si mettono in conto le difficoltà e gli ostacoli che l’assistito deve affrontare quotidianamente per lo svolgimento delle consuete mansioni lavorative.
Quando può andare in pensione un invalido civile?
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Il riconoscimento di un grado di invalidità non al di sotto dell’80% conferisce il diritto ad un anticipo pensionistico. Tale diritto permane nonostante lo slittamento dell’età pensionabile. Infatti, recenti disposizioni legislative fissano l’età per il pensionamento di vecchiaia a 65 anni per gli uomini e a 60 per le donne. Ciò non vale per i soggetti che presentano una percentuale di invalidità inferiore all’’80%. Al comma 8 dell’articolo 1 del Decreto legislativo 503/92 si legge difatti che “l’elevazione dei limiti di età di cui al comma 1 non si applica agli invalidi in misura non inferiore all’80%”.
Ne consegue che l’80% di invalidità consente agli uomini di accedere alla pensione a 60 anni e alle donne a 55 anni. Ulteriori agevolazioni spettano ai soggetti videolesi che posseggono almeno 10 anni di contributi prima che si verificassero danni alla vista. Ai lavoratori non vedenti l’Inps concede difatti la possibilità di un anticipo pensionistico a 55 anni per gli uomini e a 50 per le donne.