Con la consulenza degli Esperti di Redazione risponderemo a quanti si chiedono come si dividono le quote ereditarie e chi ne ha diritto. Quando muore un genitore quale percentuale di eredità spetta ai figli e quali pretese si possono avanzare. Le domande più frequenti provengono dai Lettori che vivono situazioni familiari molto ingarbugliate in cui non è semplice capire se un parente rientri nella successione. Si pensi ad esempio alla separazione o al divorzio dei coniugi e all’eventualità di nuove nozze o di lunghe convivenze. Ci si chiede se anche il nuovo partner del padre o della madre abbia diritto ad una quota di eredità.
Moltissimi Lettori vivono l’ansia di vedersi sottrarre beni mobili o immobili dall’ultimo arrivato che riesce a conquistare le simpatie dell’anziano genitore. Vi consigliamo a tal proposito di leggere l’articolo “A quali parenti spetta sempre per legge una parte di eredità?”. Conoscendo l’attuale normativa in materia di successione verranno meno ansie e preoccupazioni per nulla giustificabili. Tuttavia conviene sapere anzitempo quali sono i criteri con cui si procede alla spartizione del patrimonio che il defunto lascia ai propri familiari. Pertanto quando muore un genitore quale percentuale di eredità spetta ai figli anche in assenza di un testamento?
Quando muore un genitore quale percentuale di eredità spetta ai figli?
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I figli del defunto rientrano fra i cosiddetti legittimari, ovvero fra gli eredi che non si possono escludere dalla divisione del patrimonio. Lo stesso dicasi per il coniuge superstite e i genitori cui comunque spetta una quota ereditaria. Ipotizziamo una situazione in cui oltre al coniuge superstite vi sia un unico figlio. Stando a quel che prescrivono gli articoli 537 e seguenti del Codice civile, il figlio unico ha diritto ad un terzo dell’intero patrimonio.
Se anche il coniuge del defunto non è più in vita allora al figlio unico spetta metà parte dei beni ereditari. In presenza di 2 o più figli a ciascuno di essi andrà in eredità i 2/3 dell’intero patrimonio. Ciò però solo in assenza dell’altro coniuge perché se il padre o la madre ancora vivono ai figli spetta un terzo dell’eredità.