Gli assegni mensili che il coniuge superstite o i suoi figli ricevono alla morte del titolare della pensione cambiano in relazione a diversi fattori. Per capire quando l’INPS riconosce il 70% delle pensioni di reversibilità bisogna consultare il testo della Legge n. 335/1995. Le disposizioni legislative indicano difatti le percentuali dell’assegno pensionistico che l’INPS eroga agli aventi diritto. Inoltre riporta indicazioni specifiche relative ai requisiti e alle condizioni reddituali che danno accesso al godimento del trattamento previdenziale ai superstiti.
In un precedente articolo la Redazione ha specificato “Qual è l’importo delle pensioni di reversibilità INPS 2021 per coniuge superstite”. Ma preme sottolineare che il vedovo o la vedova non solo gli unici potenziali beneficiari della pensione ai superstiti. Persino i nipoti che risultano fiscalmente a carico possono ricevere il rateo pensionistico dei nonni. L’ammontare degli assegni previdenziali cui si ha diritto ovviamente cambia a seconda del rapporto di parentela e delle fasce reddituali. Risulta pertanto necessario analizzare in quale misura spetta il beneficio per sapere quando l’INPS riconosce il 70% delle pensioni di reversibilità.
Quando l’INPS riconosce il 70% delle pensioni di reversibilità?
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Quando viene meno il titolare di una pensione l’Ente previdenziale assicura il 70% del rateo al figlio superstite. In sostanza, matura il diritto a percepire il 70% della reversibilità il figlio unico del defunto. Ciò solo nella misura in cui sia in possesso dei requisiti necessari e non sia ancora in vita l’altro coniuge. Qualora infatti fra i destinatari del trattamento vi sia anche il coniuge superstite la percentuale spettante coincide con l’80%.
Perché il figlio unico e superstite possa ricevere il rateo previdenziale deve essere minorenne o inabile o studente fiscalmente a carico. Nello specifico, il diritto alla reversibilità decade al raggiungimento dei 21 anni di età se si frequenta scuole superiori o professionali. Se invece il figlio si iscrive ad un percorso di studi universitari conserva il riconoscimento al rateo fino all’età di 26 anni. In presenza di un figlio che presenta una condizione di invalidità non esistono requisiti anagrafici da rispettare e il diritto non decade.