L’arte contemporanea spesso ci appare distaccata dalla realtà. Troppa astrazione, troppo colore, troppa violenza, troppo rumore, poco senso di significato, poca pittura.
La verità è che l’arte contemporanea, più di ogni altra nel corso dei secoli, sta cercando disperatamente di parlare in modo chiaro e forte a chi la guarda. A volte le forme e la comunicazione degli artisti contemporanei è estrema. Ma come potrebbero parlare a un mondo estremo senza esserlo a loro volta? L’arte contemporanea ha il compito di mostrare alla nostra società quello che non riusciamo o rifiutiamo di vedere. Una società dove la bruttezza e la sofferenza emergono più della bellezza.
Un musicista dell’arte
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Tra gli artisti rappresentativi di un’arte che desidera incontrare il suo pubblico c’è Yuval Avital. Artista, compositore e musicista. Avital nasce a Gerusalemme e vive e lavora a Milano.
La sua arte si caratterizza per l’unione di musica, teatro, istallazione che si uniscono in performance da vivo che spesso coinvolgono il pubblico. Cosiddette “opere collettive”, dove il pubblico non è semplice spettatore, ma viene incluso nell’opera d’arte. Una “sfida alle categorie” dell’arte tradizionale e la decisione di non creare bellezza passiva. Nei concerti e nei progetti artistici di Yuval Avital la tradizione e la contingenza si incontrano cosi come l’artista e il suo pubblico. Con la stessa idea ma ampliandone i confini, nasce la sua nuova opera “Rivers”. Quando la musica incontra un coro di migranti in una performance d’arte straordinaria.
RIVERS composizione-performance
Torino. Martedì 29 e Mercoledì 30 settembre in vari luoghi della città verrà presentata la nuova opera musicale di Yuval Avital.
“Rivers” è musica che intreccia il suono dei fiumi e il canto di coloro che sono arrivati in Italia dal mare. Un’opera che coinvolge per la prima volta gli invisibili volti dei migranti e dei richiedenti asilo. Questi sono chiamati a unirsi e diventare un coro (Crowd music) dove le loro voci si intersecano ai rumori dell’acqua dei fiumi che circondano il torinese.
La voce e la natura diventano l’unico modo per farsi sentire, urlare a volte la propria disperazione, e dialogare con il pubblico. Avital si sofferma sulla possibilità di esprimersi attraverso la musica anche senza essere musicisti. È così che il fiume umano dei rifugiati diventa una voce sola accompagnata da gesti concreti e registrazioni. L’obiettivo non risiede nel puro fare musica, ma nel far sentire delle voci a cui, come quelle di un fiume, spesso non prestiamo attenzione.
Grazie alla collaborazione tra Gam Torino e CasaBottega- Barriera in Divenire, nasce questo progetto straordinario. La performance in due giorni è preceduta da un laboratorio curato da Cristina Pistoletto e dall’artista Avital. L’opera sarà presentata il 29 settembre alla GAM e il 30 in piazza Foroni (To). L’entrata è gratuita ma su prenotazione
Cosa accade quando la musica incontra un coro di migranti in una performance d’arte straordinaria?