In Italia si lamenta sempre una forte tassazione ma sono previsti degli strumenti per alleggerire “il peso”. Perché il contribuente possa ridurre la pressione dell’imposta lorda Irpef sul reddito complessivo deve avere a carico il coniuge e/o altri familiari. Al dichiarante spettano benefici fiscali che l’Agenzia delle Entrate computa secondo una logica progressiva per cui a redditi modesti corrisponde un maggiore abbattimento dei tributi. All’atto di presentazione della dichiarazione dei redditi, il contribuente deve indicare la presenza di familiari a carico per i quali ha diritto a detrazioni.
Per procedere al calcolo della detrazione spettante bisogna sapere quando il coniuge è a carico e con quale reddito non si è più a carico. Alla luce della progressività delle imposte, le detrazioni assicurano una riduzione del 19% sull’Imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF). Costituiscono un’importante agevolazione economica per nuclei familiari dal profilo reddituale basso che quindi possono contare su un carico fiscale inferiore.
Cosa spetta al contribuente?
Indice dei contenuti
Le detrazioni spettano al contribuente che provvede al sostentamento di coniuge e familiari che risultano a suo carico. L’abbattimento dell’Irpef riguarda alcune spese specifiche tra cui spiccano quelle medico-sanitarie, funebri, veterinarie, per l’acquisto di prodotti assicurativi, interessi sui mutui. Godono anche di detrazioni le tasse scolastiche e universitarie, le rette di asili nido il canone di locazione, gli abbonamenti ai trasporti pubblici e altro.
L’importo massimo di detrazione che spetta per il coniuge a carico ammonta a 690 euro. Perché un coniuge possa ritenersi a carico è necessaria la presenza di due requisiti imprenscindibili che riguardano l’una il reddito, l’altra la parentela. Per parentela si intende che la sussistenza del vincolo matrimoniale all’atto di presentazione della dichiarazione reddituale. In altri termini non deve essere subentrata una separazione legale fra i coniugi. Per quel che afferisce il reddito si considera invece a carico il coniuge che percepisce redditi al di sotto della soglia di 2.840,51 euro.