La pensione di vecchiaia ordinaria ha bisogno di 20 anni di contribuzione minima versata. La soglia è inderogabile, ma solo per la pensione di vecchiaia ordinaria o per quelle misure che hanno nei 20 anni il requisito minimo. Questo perché le alternative esistono, tra alcune classiche e alcune assolutamente particolari. In questo scenario, molti si chiedono quando è possibile la pensione con 5, 15 o senza nessun anno di contributi versati.
Quando non servono 20 anni di contributi e perché
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Le misure classiche per ovviare al requisito minimo dei 20 anni di contributi a 67 anni di età sono molto conosciute. Sono l’assegno sociale, che non prevede l’utilizzo di contributi ma che è commisurata al reddito delle persone, o la pensione contributiva a 71 anni con solo 5 anni di contributi. Alternative classiche, queste, a cui l’INPS aggiunge le deroghe. Pensione in deroga significa una prestazione che scavalca i requisiti ordinari e che permette uscite anticipate con meno anni di contributi o con una età più bassa. L’assegno sociale riguarda le persone che non hanno i requisiti minimi per le pensioni ordinarie, ma che hanno solo i 67 anni di età compiuti. Inoltre a 71 anni, per chi non ha carriere lavorative con contribuzione versata nel sistema retributivo, bastano 5 anni di contributi versati. La pensione infatti si chiama di vecchiaia contributiva.
Quando è possibile la pensione con 5, 15 o senza nessun anno di contributi
I lavoratori possono godere di scivoli pensionistici abbastanza vasti al rispetto dei requisiti prescritti. C’è il lavoratore che può sfruttare l’uscita a 64 anni tipica di quota 102 o della pensione anticipata contributiva. O a 63 anni con l’APE sociale. Dal punto di vista dei contributi un lavoratore che rientra nei parametri può godere della Quota 41 precoci come alternativa alla pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi. Ma anche il requisito minimo dei 20 anni di contributi può essere superato con delle misure in deroga. Molti possono sfruttare la pensione cosiddetta “quindicenni”, scegliendo l’opzione Dini che prende il nome dal Governo in forza nel 1995, condotto da Lanfranco Dini. Servono non meno di 15 anni di versamenti, meno di 18 anni di contributi prima del 1996 e almeno 5 anni di contributi in data successiva.
Come funzionano le pensioni con 15 anni di contributi versati
Inoltre ci sarebbe anche la possibilità di sfruttare le deroghe Amato. Andare in pensione a 67 anni con 15 anni di contributi è facoltà dei lavoratori che si ritrovano alla fine del 1992 con determinati requisiti già completati. Il lavoratore che al 31 dicembre del 1992 ha versato tutti i 15 anni di contributi previsti può godere della pensione. Ciò anche non proseguendo con la contribuzione e senza necessariamente arrivare a 20 anni. Ok anche a quei lavoratori che sempre il 31 dicembre 1992 hanno ricevuto l’ok da parte dell’INPS alla cosiddetta prosecuzione volontaria, anche se non hanno versato neppure un euro di contribuzione.
L’ultima deroga riguarda i lavoratori discontinui. Infatti, per quanti hanno il primo contributo versato almeno 25 anni prima della presentazione della domanda di pensionamento (anzianità contributiva), e almeno 10 anni di lavoro coperti da contribuzione per periodi inferiori alle 52 settimane all’anno (un anno di contribuzione piena è pari a 52 settimane), la pensione con deroga Amato e con 15 anni di contribuzione è perfettamente fruibile.
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