In genere i soldi dello stipendio non bastano mai. Da un lato le spese e gli imprevisti sono sempre in eccesso rispetto alla busta paga. Dall’altro i prezzi di beni e servizi aumentano sempre, quindi è come se lo stipendio diminuisse (è l’effetto inflazione).
In casi simili, si può agire tagliando i costi e/o aumentando le entrate. Ma per chi lavora alle dipendenze, quando chiedere un aumento di stipendio e garantirsi una busta paga più ricca?
Prima domanda: qual è lo stipendio minimo?
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Una prima analisi da fare è quella di capire se siamo noi che spendiamo molto o è la busta paga troppo misera. Cioè dobbiamo capire anzitutto se la nostra retribuzione è in linea o meno con il nostro ipotetico stile di vita.
Potremmo ad esempio analizzare lo stile di vita di altri lavoratori che svolgono più o meno le nostre mansioni, a parità di condizioni familiari. Quindi un genitore con 2 figli minori non si confronterà con un single, e un esecutivo eviterà di paragonarsi con un dirigente.
Sebbene si tratti di un metodo molto rudimentale (sono tanti, infatti, i parametri da considerare), possiamo tuttavia già sciogliere un primo dubbio.
A che punto è la nostra formazione professionale?
Il secondo step è quello di fare autoanalisi.
Capita che ad esempio giovani neo-laureati rifiutino i primi lavori perché prevedono dei rimborsi spesa davvero esigui. La retribuzione, si dice, non rende giustizia agli studi fatti. La stessa casistica può capitare ad esempio anche ai giovani con il solo diploma e alla ricerca del primo impiego.
Per chi invece è già dentro il mondo del lavoro, in genere i raffronti sono fatti con i colleghi. Di norma si ragiona in questi termini: “lui/lei guadagna più di me mentre io lavoro di più”. Questo, infatti, spiega perché spesso le aziende invitano i dipendenti a non parlare con gli altri colleghi della propria busta paga.
Due semplici domande da porsi
La soluzione, tuttavia, per giovani e meno giovani sarebbe molto più semplice di quel che si pensi. Basterebbe rispondere, con sincerità e a sé stessi, a due semplici domande:
- quanto valore aggiunto produco? Abbiamo visto, infatti, che è lui il professionista più ricercato e pagato dalle aziende;
- qual è il mio grado di sostituibilità? Perché Ronaldo, Messi e Lukaku guadagnano molto di più di un cameriere? Nella misura in cui la nostra mansione sarà facilmente sostituibile, infatti, il nostro potere contrattuale diminuisce. Tradotto, siamo più deboli in un ipotetico confronto con il nostro datore di lavoro. Ma non nel senso che non possiamo chiedere un aumento. Quanto, invece, che il suo rialzo potrebbe essere rigettato o rivelarsi inferiore alle nostre attese.
Quando chiedere un aumento di stipendio e garantirsi una busta paga più ricca?
In sintesi, non esiste un “quando” ideale, cioè non vi è una stagione in cui è consentito e un’altra in cui è vietato chiedere l’aumento di stipendio.
In generale vale il criterio soggettivo di cui sopra, più un altro criterio, oggettivo, riferito all’azienda. Ossia è meno complicato ottenere più soldi in busta paga quando il volume d’affari della nostra azienda è robusto e in crescita.
Viceversa, se la nostra azienda è una start-up, in crisi in fase di ristrutturazione e casi simili, forse ci converrà aspettare. Le probabilità di ricevere un aumento, infatti, potrebbero essere inferiori rispetto al caso precedente.
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