Prendere l’assegno sociale e poi perderlo è un evento per niente raro anche perché la misura ha dei paletti e dei vincoli molto rigidi. L’assegno sociale è una misura assistenziale che serve per sostenere economicamente persone che hanno difficoltà da questo punto di vista. L’assegno sociale, o quella che una volta si chiamava pensione sociale, sono misure che fanno parte delle prestazioni a sostegno del reddito dell’INPS. Ma non sono misure che durano in eterno, soprattutto se gli interessati non prestano attenzione ai requisiti. Una cosa assai spiacevole, se accade. Anche perché, quando assegno e pensione sociale si perdono e l’INPS li revoca, i beneficiari possono rimanere senza quel sostegno che le misure garantiscono.
Le prestazioni INPS a sostegno del reddito
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L’assegno sociale è una prestazione assistenziale e, come tutte queste misure, prevede specifici requisiti. Oltretutto alla pari di qualunque altra prestazione assistenziale erogata dall’INPS, gli importi e i limiti dei requisiti vengono adeguati al tasso di inflazione e quindi indicizzati. L’assegno sociale è una misura che spetta a soggetti con età pensionabile pari ad almeno 67 anni, ma senza i requisiti utili per una qualsiasi pensione. Ma serve anche trovarsi in una condizione economica di difficoltà. Dal 1996 l’assegno sociale ha sostituito la pensione sociale. Cambia il nome ma non il meccanismo, dal momento che si tratta di una misura che serve a chi è privo di contributi e a chi non ha reddito sufficiente per vivere.
Assegno sociale non esportabile
Per prendere l’assegno sociale, oltre ai già citati 67 anni di età, servono pure la cittadinanza italiana o comunitaria, o il permesso di soggiorno di lunga durata e la residenza effettiva in Italia (almeno 10 anni). Ed è proprio questo aspetto il primo che mette a rischio la possibilità di continuare a fruire dell’assegno sociale. Infatti la prestazione non è esportabile all’estero. In buona sostanza, chi trasferisce la sua residenza o la dimora abituale all’estero rischia di perdere l’assegno sociale. In genere si considerano sei mesi di assenza del territorio italiano come termine del diritto a godere di questa prestazione.
Quando assegno e pensione sociale si perdono e l’INPS li revoca
Un problema che può portare a perdere il beneficio dell’assegno sociale riguarda il superamento dei limiti reddituali utili al beneficio. L’importante è non superare 6.085,30 euro annui per i singoli o 12.170,60 euro per i coniugati. L’importo dell’assegno sociale è pari a 468,10 euro al mese. L’importo intero spetta a chi non ha reddito o, se coniugato, ha un reddito non superiore a 6.085,30 euro. Dal momento che l’INPS controlla ogni anno la continuità del rispetto dei requisiti dei beneficiari, superare anche di poco le soglie prima citate fa perdere il diritto alla prestazione. Al riguardo è decisivo il modello RED che i beneficiari dell’assegno sociale devono inviare ogni anno all’INPS.
L’assegno sociale può essere perduto anche nel momento in cui il beneficiario raggiunge il diritto ad una pensione. Un tipico esempio è il soggetto che arriva a 71 anni di età e può sfruttare la posizione contributiva che permette di accedere alla pensione di vecchiaia con cinque anni di contributi versati. Oppure il caso di chi matura i 20 anni di contributi per la pensione di vecchiaia ordinaria dopo i 67 anni di età.
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