Una delle malattie ad oggi più diffusa nella popolazione anziana, e anche più invalidante, è il morbo di Parkinson. Molti si chiedono quali siano, per questi pazienti, le aspettative di vita e le cure possibili. C’è da dire che, negli ultimi anni, la scienza ha compiuto passi da giganti. In generale, il miglior trattamento di questi pazienti si ottiene combinando il monitoraggio delle loro condizioni con i trattamenti farmacologici. Inoltre, fondamentali sono gli interventi educativi caratterizzati da un mirato esercizio fisico, accompagnato da un’adeguata alimentazione. Vediamo, nello specifico, in quest’articolo, quali sono le cure attualmente disponibili per combattere il morbo di Parkinson. Anzitutto, i farmaci utilizzati oggigiorno, possono contribuire a controllarne e migliorarne i sintomi. Ciò, anche per lunghi periodi di tempo. Tuttavia, e questo è l’incompiuto della scienza, attualmente non esistono ancora cure per arrestare la progressione della malattia.
I farmaci che si utilizzano per il Parkinson
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La cura inizia al momento della diagnosi e deve essere caratterizzata da un’elevata personalizzazione. Quindi, il piano terapeutico viene calibrato sulle esigenze del paziente e sulla sua tollerabilità agli effetti collaterali dei farmaci. Infatti, può accadere che questi debbano essere sostituiti perché, gli effetti collaterali, nel caso specifico, diventano intollerabili. Abbiamo, infatti, tra essi: nausea, vomito, pressione arteriosa e sudorazione abbondante.
I principali farmaci utilizzati per questa patologia sono detti antiparkinsoniani, che aumentano i livelli di dopamina presenti nel cervello. Essi, normalmente, si prescrivono nei pazienti al di sotto dei 65 anni, per ritardare l’uso della levodopa e dei suoi effetti collaterali. Quando, poi, con questi farmaci non è più possibile controllare la malattia, è impiegato un farmaco iniettabile, che è l’apomorfina. Per ridurre il tremore, invece, vengono utilizzati i farmaci che causano pesanti effetti collaterali. Per questa ragione, il loro impiego è stato ridimensionato. Inoltre, la loro assunzione è controindicata in alcuni pazienti, tra cui anche quelli al di sopra dei 70 anni.
Quali sono le cure attualmente disponibili per combattere il morbo di Parkinson
Ma, vediamo, a questo punto, quali sono le cure disponibili quando i farmaci non funzionano più. Ebbene, tra le opzioni disponibili c’è la stimolazione cerebrale, che consiste nell’applicare chirurgicamente degli elettrodi nelle zone profonde del cervello. Questo intervento ha lo scopo di controllare i tremori e le alterazioni del movimento. Tuttavia, il limite di questa tecnica, è che è utilizzabile solo per un numero limitato di pazienti.
Altra possibile terapia, per contrastare l’evoluzione del morbo di Parkinson, è rappresentata da quella genica. Essa permette di inserire geni mancanti o sostituire quelli errati nelle cellule. Nei casi in cui è possibile applicarla, essa rappresenta un rimedio risolutivo, guarendo definitivamente dalla malattia. Questo perché la somministrazione del gene, che intercetta l’enzima responsabile della trasformazione della levodopa in dopamina, potrebbe eliminare la sintomatologia. La terapia genica, ad oggi, ha portato a buoni risultati, sul piano sperimentale ma necessita di ulteriori conferme.
Infine, abbiamo lo strumento della riabilitazione attraverso l’esercizio fisico mirato. Questo apporta un grande beneficio fisico e mentale. Nello specifico, la riabilitazione motoria, effettuata anche con l’ausilio della robotica, rappresenta un vero e proprio trattamento terapeutico molto efficace.
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