Con la campagna elettorale che è in corso, in vista delle elezioni politiche di settembre, si è tornati a parlare di tassazione piatta. Con i partiti del centrodestra che, al centro del loro programma, hanno proprio la riduzione delle imposte a carico delle famiglie e delle imprese. Pure con potenziali misure per le quali ad oggi non è dato capire come si troveranno le risorse per far quadrare i conti pubblici.
Per il momento la flat tax c’è, ed è quella al 15% per i contribuenti forfettari. Così come pure per le locazioni i proprietari di immobili, in via opzionale, possono avvalersi di un regime fiscale che è agevolato. Si tratta, nello specifico, della cosiddetta cedolare sugli affitti per la cui convenienza, in ogni caso, occorre sempre farsi quattro conti.
Quali sono le aliquote per la cedolare secca sugli affitti
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Al riguardo, ed in linea del tutto generale, si può dire che la cedolare secca sugli affitti è conveniente per un proprietario di immobili quando il suo reddito è alto o molto alto. E quindi magari ai fini IRPEF paga anche il 43% di tasse.
Nel ricordare che, a partire dal 2022, le aliquote IRPEF sono passate da cinque a quattro con l’applicazione che è sempre progressiva in base al reddito dichiarato al Fisco. Precisamente, il 23% di tasse fino a 15.000 euro. Il 25% da 15.000 a 28.000 euro. L’aliquota al 35% per il reddito da 28.000 euro a 50.000 euro. E poi, come sopra accennato, il 43% di tasse sul reddito che è eccedente la soglia dei 50.000 euro.
Il 21% oppure il 10%. Questa è infatti la risposta su quali sono le aliquote per la cedolare secca sugli affitti. Con l’aliquota al 21% che, per la cedolare secca, è quella standard. Ma la tassazione è ancor più agevolata, ovverosia solo al 10%, quando però il contratto di affitto è a canone di locazione concordato.
Quando il contratto di locazione è a canone concordato
Per massimizzare il risparmio fiscale con la cedolare secca il contratto di affitto, come sopra detto, deve essere a canone di locazione concordato. Con il contratto di locazione che è tale quando questo prevede il pagamento di mensilità che sono di importo inferiore a quelle vigenti e applicate sul mercato degli affitti. E con il proprietario dell’immobile che, in questo modo, potrà accedere agli incentivi ed alle agevolazioni che sono previste nel nostro Paese ai sensi di Legge. Mentre l’applicazione della cedolare al 21% è quella riconducibile ai contratti di affitto stipulati sul mercato libero delle locazioni.
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