Quali sono le 3 pensioni più facili da prendere senza limiti e senza requisiti particolari

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Per chi si avvicina all’età pensionabile dei 67 anni l’ansia e i dubbi sulle modalità con cui lasciare il lavoro sono sempre tanti. A 67 anni di età è fissata la soglia anagrafica utile alla principale misura previdenziale del sistema, ovvero alla pensione di vecchiaia.

Ma non tutti sanno che ci sono almeno 3 versioni di questa pensione, che prevedono requisiti differenti. In alcuni casi addirittura servono meno dei già citati 67 anni di età. Ma quali sono queste versioni di pensione di vecchiaia e come si sfruttano?

Quali sono le 3 pensioni più facili da prendere senza limiti e senza requisiti particolari

La pensione di vecchiaia è forse la principale misura che la previdenza sociale in Italia offre ai contribuenti. Misura che consente ai lavoratori di cessare l’attività al raggiungimento di una determinata età e con un minimo numero di anni di contributi. La pensione di vecchiaia si prende una volta che il diretto interessato ha compiuto i 67 anni di età ed ha completato i 20 anni di contribuzione minima.

Questo a prescindere che il soggetto sia uomo o donna. E per contributi versati si intende quelli a qualsiasi titolo accreditati nell’estratto conto del lavoratore. Pertanto almeno 20 anni di contributi versati o accreditati in qualsiasi regime previdenziale ed in qualsiasi forma, perché sono compresi quelli figurativi, quelli esteri o da riscatto. I contributi, salvo quelli coincidenti come periodo, possono anche essere cumulati tra diverse gestioni previdenziali. Se qualcuno si chiede quali sono le 3 pensioni più facili da prendere la risposta non può non partire dalla pensione di vecchiaia.

Per i lavori gravosi e usuranti pensione di vecchiaia 5 mesi prima

Servono 67 anni di età e 20 anni di contributi versati per la generalità dei lavoratori. Ma per chi svolge lavori gravosi o usuranti, c’è uno sconto di 5 mesi sull’età pensionabile. Infatti nel 2019 ci fu l’ultimo scatto relativo alle aspettative di vita che portò la pensione a 67 anni di età. Ma per gravosi e usuranti l’età pensionabile non ha subito questo scatto. E pertanto l’età di uscita è ferma a 66 anni e 7 mesi.

Ma servono 30 anni di contributi versati e non 20 anni. Per il lavoratore che non ha contributi versati prima del 1° gennaio 1996 la pensione di vecchiaia si può ottenere con 67 anni di età e 20 anni di contributi. Ma l’assegno deve essere pari o superiore a 1,5 volte l’assegno sociale. Significa che deve essere pari ad almeno 750 euro al mese. Altrimenti la pensione slitta a 71 anni. Non può essere considerata una pensione di vecchiaia vera e propria, perché si chiama anticipata contributiva, ma per chi è senza contributi prima del 1° gennaio 1996, c’è la possibilità di uscire a 64 anni di età. Bastano anche in questo caso 20 anni di contributi versati ma la pensione deve essere pari o superiore a 2,8 volte l’assegno sociale. Pensione quindi che deve essere di importo pari almeno a 1.408 euro al mese.

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