In Italia le misure che consentono di prendere una pensione al compimento dei 60 anni di età sono davvero poche. Inoltre le misure che non hanno limiti anagrafici prevedono una carriera di contributi versati talmente elevata che i soggetti che già a 60 anni di età li raggiungono, sono davvero pochi. Eppure lo Stato tende a considerare gli over 60 parte integrante di quella popolazione fragile che comprende anche i disoccupati, i minorenni e gli invalidi. Quali soldi e sussidi può ricevere dall’INPS e dallo Stato chi ha superato i 60 anni di età?
Una parte di popolazione quindi a cui destinare misure assistenziali e ammortizzatori. Infatti per gli over 60 non mancano le opportunità sia di pensionamento che di altre prestazioni di carattere assistenziale. Misure che possono tornare utili alla nostra lettrice che cosa può prendere dall’INPS e dalla Stato ad una certa età.
“Buonasera, sono una signora di 61 anni che dovrà lavorare fino ai 67 per avere i 20 anni (che raggiungo quest’anno) di contribuzione. Io lavoro come babysitter con un reddito annuo che non raggiunge i 6.000 euro. Secondo le ultime decisioni gli over 60 avrebbero diritto ad un sussidio. In che posizione mi trovo?”
Quali soldi e sussidi può ricevere dall’INPS e dallo Stato?
Indice dei contenuti
Anche se nel testo del decreto lavoro il Governo ha deciso di eliminare la differenza tra giovani e meno giovani per il sussidio che prenderà il posto da gennaio, del reddito di cittadinanza, gli over 60 erano e restano platea meritevole di attenzione. Gli over 60 restano uno spaccato della popolazione a cui destinare alcune misure di contrasto alla povertà che nel 2024 faranno capolino in sostituzione del reddito di cittadinanza.
In risposta al quesito della nostra lettrice, la prima cosa che va detta è che per centrare la pensione ordinaria e quindi la pensione di vecchiaia bisognerà arrivare a 67 anni di età e completare i vent’anni di contributi versati.
Se questi contributi sono stati versati tutti a partire dal primo gennaio 1996, a 67 anni la pensione viene concessa a condizione che sia di importo pari o superiore a 1,5 volte l’assegno sociale. Chi non ha vent’anni di contributi versati o non arriva a questo importo di pensione può a 67 anni di età prendere la vecchia pensione sociale. Si tratta di una misura assistenziale destinata a chi ha determinati redditi e non ha diritto ad una pensione propria.
Le prestazioni in deroga alle pensioni ordinarie
Esistono alcune misure in deroga alla pensione di vecchiaia che si possono prendere una volta completati i 60 anni di età. Per esempio esiste la pensione con invalidità all’80%. In questo caso le donne possono uscire dal lavoro con vent’anni di contributi versati addirittura a 58 anni di età. Per gli uomini invece la soglia sale a 61 anni. L’invalidità però è quella specifica, riconosciuta dalle competenti commissioni mediche dell’INPS.
Se si rientra tra gli invalidi civili a 74%, tra i disoccupati, i cargiver o nei lavori gravosi, a 63 anni di età c’è l’APE sociale. Ma servono 30, 32 o 36 anni di contributi in base alla categoria di appartenenza. Il riferimento della lettrice al sussidio per gli over 60 è indirizzato al nuovo reddito di cittadinanza. Infatti gli over 60 saranno tra i soggetti che potranno percepire per 18 mesi la nuova Garanzia per l’Inclusione.
La misura permetterà di percepire un sussidio da 500 euro al mese o eventualmente da 780 euro al mese per chi vive in casa in affitto (ma con contratto registrato). Ma la misura non è destinata solo agli over 60. Perché potranno percepirla anche i più giovani (a partire dai 18 anni di età). Il vantaggio per gli over 60 è che non dovrebbero essere considerati come occupabili. In pratica non dovranno frequentare corsi di formazione o accettare le proposte di lavoro per continuare a percepire il sussidio.