Dopo gli anticipi dei dividendi staccati da ENEL e SNAM a gennaio, quali saranno i prossimi dividendi staccati a Piazza Affari? Il prossimo appuntamento a Piazza Affari è con Banca Generali che staccherà il suo dividendo il 20 febbraio. Ricordiamo che negli ultimi 10 anni nel settore bancario Banca Generali è quella che ha avuto il migliore rendimento con un rialzo di circa il 300%.
Il dividendo di Banca Generali
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Il 20 febbraio il dividendo distribuito da Banca Generali sarà pari a 0,8 € e alle quotazioni attuali corrisponde a un rendimento del 2,33%. Va ricordato, però, che stiamo parlando della seconda tranche del dividendo 2021, pagato nel 2022. La prima, pari a 1,15 € per azione, è stata pagata a maggio del 2022. In totale, quindi, il dividendo 2022 è stato pari a 1,95 €. Se venisse ripetuto anche con riferimento al bilancio 2022 il rendimento alle quotazioni attuali sarebbe di circa il 5,8%. Un rendimento molto interessante che mette il titolo nel top 25% di Piazza Affari.
Da notare che, secondo gli analisti, il dividendo di Banca Generali nei prossimi anni dovrebbe essere il leggerà crescita.
Quali saranno i prossimi dividendi staccati a Piazza Affari? Le indicazioni dell’analisi grafica
Il titolo Banca Generali (MIL:BGN) ha chiuso la seduta del 7 febbraio a quota 34,35 euro, in rialzo dello 0,73% rispetto alla seduta precedente.
Come scritto in precedenti articoli, il titolo controllato da Generali Assicurazioni è stato nei mesi scorsi al centro di rumors che hanno visto un forte aumento della volatilità. A partire da metà gennaio, però, il titolo è come congelato in uno strettissimo trading range che al momento impedisce di fare previsioni con elevato grado di affidabilità.
Come livelli oltre i quali si potrebbe assistere a una ripresa della direzionalità possiamo individuare il massimo recente a 34,97 € e il minimo recente a 33,50 €.
La valutazione del titolo
Lo scenario che si ottiene attraverso la lente dei multipli di mercato non è molto favorevole per il titolo che risulta essere sopravvalutato qualunque sia l’indicatore utilizzato.
Anche le raccomandazioni degli analisti non sono molto clementi per il titolo. Allo stato attuale, infatti, il prezzo obiettivo medio esprime una sottovalutazione inferiore al 10%.