Non tutti sanno che lasciare i soldi presso una banca sul conto corrente presenta costi e rischi spesso molto alti. Si pagano imposte per lasciare i propri risparmi in giacenza sul conto e allo stesso tempo si rischia di subire perdite anche importanti. Prima di procedere a cuor leggero conviene che sapere quali rischi si corrono a tenere i soldi sul conto corrente oltre alla tassa nascosta. Molti risparmiatori eviterebbero così di ritrovarsi dinanzi a cattive sorprese senza potervi porre ormai rimedio.
In un precedente articolo abbiamo risposto a chi chiedeva “Quanti soldi conviene tenere sul conto corrente per non subire controlli dall’Agenzia delle Entrate?”. Il correntista che lascia somme di denaro importanti in deposito potrebbe infatti allertare l’attenzione del Fisco e potrebbe subire degli accertamenti. Questa dunque è una delle risposte ai Lettori che chiedono quali rischi si corrono a tenere i soldi sul conto corrente oltre alla tassa nascosta. I controlli fiscali scattano soprattutto con frequenti versamenti di contanti di cui non si sarebbe eventualmente in grado di giustificare la provenienza legittima. Resta sempre consigliabile lasciare sul conto unicamente il denaro che proviene da redditi da lavoro, da eventuali donazioni o vincite al gioco. In altri termini, bisogna sempre e comunque poter dimostrare che i risparmi in proprio possesso e presenti sul conto non siano frutto di evasione fiscale o riciclaggio di denaro sporco.
Quali rischi si corrono a tenere i soldi sul conto corrente oltre alla tassa nascosta?
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Ulteriore rischio cui si espone il correntista è l’eventuale fallimento dell’istituto di credito che manderebbe in fumo i risparmi di decenni. Se la banca dovesse trovarsi nel pieno di una crisi finanziaria il titolare di conto potrebbe contare sulla tutela di non più di 100.000 euro. Questo è difatti il massimo importo di cui il Fondo interbancario di tutela dei depositi garantisce restituzione al cliente in caso di liquidazione coatta amministrativa. Ne deriva quindi una lezione di prudenza che raccomanda ai risparmiatori di non superare la giacenza di 100.000 euro e di trovare alternative valide in caso di esubero. L’altro rischio che in realtà più che un pericolo costituisce una certezza corrisponde alla tassa nascosta.
La maggior parte dei consumatori non si accorge di cosa avviene alle somme di denaro che accantona e mette da parte con costanza. Se ne avesse maggiore coscienza eviterebbe con cura la cosiddetta tassa nascosta che coincide con la perdita di importanti quantità di soldi nel corso degli anni. Chi lascia soldi sul conto spesso non ha consapevolezza dei danni che subiranno i risparmi a causa dell’inflazione e dell’aumento dei prezzi al consumo. A distanza di dieci anni dalla data del deposito della liquidità si ritroverà con somme di denaro inferiori e con un diverso potere d’acquisto. Ecco dunque la tassa nascosta di cui molti correntisti ignorano l’esistenza o di cui trascurano l’importanza.