Non esiste strumento finanziario al mondo che non abbia pro e contro: è nella normale natura delle cose. In questa sede ci concentreremo sui “contro” della nuova obbligazione retail che il MEF collocherà a partire da lunedì prossimo.
Detto ciò, quali rischi e insidie del BTP Futura 2037 deve considerare il risparmiatore scaltro?
I tassi d’interesse ufficiali
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Il primo elemento da tenere a mente rimanda al tasso ufficiale della Banca Centrale. Al momento è nullo e quindi al di sotto non si può andare. Quindi uno dei due versi è in un certo senso sbarrato.
Ma non è detto che questo stato di cose perduri da qui al 2037. Se infatti essi dovessero aumentare, i prezzi del BTP sul MOT andrebbero verosimilmente a scendere.
Semplicemente perché le future emissioni obbligazionarie avrebbero cedole più alte. E a quel punto il mercato venderebbe i titoli con cedole basse a beneficio di quelle nuove, più ricche.
Le fluttuazioni dei prezzi sul MOT
Il secondo aspetto da tenere a mente ha quindi a che fare con le fluttuazioni dei prezzi del bond sul MOT. In 16 anni di durata complessiva potrebbe avvenire di tutto. Ad esempio potrebbe succedere che il corso del BTP Futura 2037 arrivi a prezzare 115 come pure 85.
Si tratta di dinamiche normali dei mercati finanziari e che non scalfiscono di una virgola il piccolo cassettista, ossia chi compra e tiene fino a scadenza. Egli infatti compra a 100 e tanto riceverà nel 2037.
I possibili problemi sorgono invece per chi nutre dubbi di mantenere il prodotto fino al termine. E pensa magari di rivenderlo nel corso dei 16 anni di vita complessivi del BTP. Qui infatti può avvenire di andare incontro a un guadagno (scenario ideale) o a una perdita in conto capitale.
Lo spread e l’inflazione
Stiamo cercando di capire quali rischi e insidie del BTP Futura 2037 deve considerare il risparmiatore scaltro. Tra essi abbiamo certamente lo spread e l’inflazione.
Spieghiamolo meglio. Se nel 2024 o nel 2027 o nel 2032 spread e/o costo della vita salissero alle stelle, le emissioni obbligazionarie di quei periodi ne risentirebbero. Nel senso che il mercato chiederebbe al MEF cedole adeguate a quel preciso momento storico.
In simili scenari non è irrealistico supporre che sarebbero più alte di quelle definitive che il Tesoro comunicherà al mercato venerdì 23 aprile.
Rating e debito
Altre due note dolenti rimandano al livello del debito e al rating dell’emittente. Su entrambi i fronti l’Italia è messa male.
Oggi tuttavia una grande mano la offre (indirettamente) la BCE. La quale con il programma PEPP (e prima ancora il QE) sta letteralmente sostenendo il costo del debito italiano.
Il costo/opportunità
Ci avviamo a chiudere il discorso su quali rischi e insidie del BTP Futura 2037 deve considerare il risparmiatore scaltro.
Non possiamo non citare il costo opportunità sotto una duplice veste. Uno, il rendimento lordo finale che conosceremo venerdì 23 renderà pienamente “giustizia” dell’arco di tempo considerato? Sedici anni sono un periodo di tempo importante che va adeguatamente remunerato a chi decide di privarsi dei risparmi per tutto quel periodo.
Secondo, vanno considerate tutte le altre alternative disponibili sul mercato a parità di durata, rischio e garanzia emittente. Ovviamente sul piatto della bilancia finiranno tutti i pro e tutti i contro.
Dunque, ecco presentati quali rischi e insidie del BTP Futura 2037 deve considerare il risparmiatore scaltro. Infine, nell’articolo di cui qui il link abbiamo già presentato i grandi vantaggi legati al prossimo BTP Futura 2037.