Dopo il fallimento di Silicon Valley Bank e il pronto intervento delle autorità centrali per evitare l’effetto contagio, si è subito pensato allo scampato pericolo. La conferma, però, che qualcosa non andasse per il verso giusto nel sistema bancario è arrivata con la crisi di Credit Suisse. Una big tra le banche elvetiche che potrebbe anche essere il detonatore per lo scoppio di una crisi del settore nel cuore dell’Europa. In questo scenario di difficoltà, quali prospettive per Intesa Sanpaolo e Unicredit? Poiché nel breve potrebbero esserci oscillazioni molto importanti, siamo andati ad analizzare lo scenario di lungo termine sui due principali titoli bancari italiani: Intesa Sanpaolo e Unicredit.
I possibili sviluppi della crisi di Credit Suisse
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Come già spiegato in un precedente articolo, la crisi di Credit Suisse è scattata a seguito di una serie di problemi interni. Non ultimo la notizia che il principale azionista arabo non è intenzionato a investire nuova liquidità nella seconda banca elvetica. Sempre nello stesso articolo sono stati esaminati i possibili scenari e le loro implicazioni sulle banche e i risparmiatori italiani.
Poiché, però, la banca è troppo grande e importante, subito sono state messe in campo possibili soluzioni. Una è quella che vede l’acquisizione da parte di UBS di Credit Suisse. Il problema è che a fronte di una chiusura di Credit Suisse a 1,86 CHF, sembrerebbe che la prima banca elvetica voglia offrire solo 0,25 CHF. Un’offerta ritenuta ai più molto bassa.
Qualora, però, non dovesse andare in porto le autorità elvetiche, a testimonianza della posta in gioco, sarebbero anche disposte a nazionalizzare la banca.
Il finale non è ancora scritto, ma sicuramente il settore bancario è atteso da giorni molto caldi.
Quali prospettive per Intesa Sanpaolo e Unicredit in questo scenario di crisi del sistema bancario? Le indicazioni dell’analisi grafica
Il titolo Intesa Sanpaolo (MIL:ISP) ha chiuso la seduta del 17 marzo a 2,193 €, in ribasso del 2,45% rispetto alla seduta precedente.
Dopo mesi che avevano portato a un’inversione rialzista, la chiusura di marzo potrebbe avere un impatto negativo sull’andamento di lungo periodo delle azioni Intesa Sanpaolo. Come si vede dal grafico, infatti, ancora una volta area 2,60 € ha frenato l’ascesa del titolo. Una chiusura mensile inferiore a 2,21 € confermerebbe la debolezza della tendenza in corso. Qualora, invece, la chiusura mensile fosse inferiore a 2,13 € si potrebbe immaginare uno scenario con obiettivo più probabile (secondo i criteri dell’analisi tecnica classica) in area 1,84 € e a seguire gli altri indicati in figura.
Il titolo Unicredit (MIL:UCG) ha chiuso la seduta del 17 marzo in ribasso del 3,59% rispetto alla seduta precedente, a quota 15,898 €.
La chiusura di marzo potrebbe interrompere una serie di ben 8 mesi consecutivi al rialzo. Un pattern del genere su Unicredit non si vedeva dal 2000. Qualora, poi, la chiusura mensile dovesse essere inferiore a 16,7 €, allora si confermerebbe l’inversione ribassista che potrebbe avere come obiettivo più probabile (secondo i criteri dell’analisi tecnica classica) area 12 €.