Quali patologie danno diritto all’accompagnamento? Il soggetto che soffre di malattie fisiche e psichiche spesso ha bisogno della presenza costante di terzi. Fa fatica a svolgere semplici mansioni quotidiane e nella maggior parte dei casi non è capace di camminare senza il sostegno di un accompagnatore. L’indennità di accompagnamento garantisce un supporto economico agli assistiti che per molti versi non sono più autosufficienti.
Nell’articolo “Quanto è l’importo dell’assegno di accompagnamento?” troverete indicazioni precise sull’ammontare del rateo mensile. Adesso invece forniremo al lettore informazioni utili per individuare quali patologie danno diritto all’accompagnamento. Anzitutto per ottenere l’indennizzo che l’Inps eroga mensilmente è necessario il riconoscimento della massima percentuale di invalidità civile. Il soggetto che richiede l’accompagnamento deve essere invalido al 100% e una comprovata inabilità nella deambulazione. Il che equivale a dire che necessita di cure e assistenza continue da parte di familiari e personale sanitario.
Quali patologie danno diritto all’accompagnamento?
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Fra le patologie per cui si può richiedere l’indennità rientrano quelle dell’apparato cardiocircolatorio che ostacolano lo svolgimento di attività lavorative e quotidiane. Come ad esempio le aritmie gravissime, la coronaropatia e le miocardiopatie con insufficienza cardiaca talmente grave da ridurre il paziente all’allettamento.
Anche le malattie respiratorie come broncopneumopatie cronicaasmatiche severe e bpc ostrutive e restrittive danno diritto all’indennità di accompagnamento. Ciò perché impediscono a chi ne soffre di provvedere autonomamente agli spostamenti e all’espletamento di azioni quotidiane. Può richiedere l’accompagnamento anche chi presenta malattie dell’apparato digerente come la cirrosi epatica, la stenosi esofagea, trapianto di fegato o intestino.
Anche il diabete mellito, l’insufficienza cortisurrenale, come anche eventuali menomazioni dell’apparato locomotore e osteoarticolare rientrano fra le malattie che necessitano di assistenza continua. Ma può richiedere indennità anche chi soffre di sclerosi multipla, di demenza vascolare, di morbo di Parkinson, di Alzheimer, di epilessia, tetraperesi, atassia cerebellare e afasia.
L’indennità di accompagnamento spetta anche ai soggetti che presentano patologie dell’apparato visivo come la cecità e la fibrosi cistica. L’Inps eroga l’indennizzo anche alle malattie psichiche come depressione, anoressia nervosa, ritardo mentale, disturbo bipolare, schizofrenia e disturbo schizoaffettivo.
Tuttavia il diritto all’indennità di accompagnamento viene meno o decade in presenza di alcune specifiche condizioni. Nell’articolo 1 della Legge n. 18/1980 relativa ai benefici che spettano agli invalidi totalmente inabili si legge che “sono esclusi dalle indennità gli invalidi civili gravi ricoverati gratuitamente in istituto”.