Difficilmente esiste un contribuente che ha una carriera lavorativa, e quindi un estratto conto dei contributi, privo di una parte di contribuzione che viene chiamata figurativa. Il servizio militare per esempio, oppure la malattia o la disoccupazione. E poi ci sarebbero anche la cassa integrazione, le eventuali maternità e così via dicendo. I figurativi sono contributi che l’INPS offre gratuitamente ai contribuenti, in determinati periodi in cui questi ultimi per ovvie ragioni risultano scoperti. I contributi figurativi in genere servono sia per maturare il diritto alla pensione, che per il calcolo della stessa. In genere però non significa sempre. Infatti non è raro trovare della contribuzione che può danneggiare il lavoratore sia dal punto di vista degli importi della pensione, che dal punto di vista del diritto ad una prestazione.
Quali contributi figurativi sono buoni per la pensione anticipata e quali no
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Un primo caso di contribuzione figurativa poco utile ai lavoratori è quello derivante dalla contribuzione per disoccupazione o malattia. Si tratta di contributi effettivamente validi sia per il calcolo della pensione che per il diritto. In pratica chi nell’estratto conto ha questo tipo di contribuzione, ha diritto al loro conteggio per quanto riguarda l’importo della pensione che andrà a percepire, ma anche al loro utilizzo per raggiungere le soglie previdenziali previste.
Per esempio anche i contributi di malattia e disoccupazione valgono per arrivare ai 42 anni e 10 mesi utili alla pensione di vecchia ordinaria per gli uomini o ai 41 anni e 10 mesi utili alla pensione anticipata ordinaria per le donne. E valgono pure per la quota 41 per esempio. Ma è altrettanto vero che le pensioni anticipate ordinarie prevedono che 35 anni di contributi devono essere effettivi da lavoro. In altri termini, questo requisito i lavoratori possono centrarlo esclusivamente non considerando come buoni tanto i contributi figurativi da malattia che da disoccupazione.
Quando i contributi figurativi danneggiano la pensione
Inevitabile che sorge il dubbio su quali contributi figurativi sono buoni per la pensione anticipata. Per esempio un lavoratore che ha l’estratto conto con in totale 42 anni e 10 mesi di contributi versati, ma ha 7 anni ed 11 mesi di contributi figurativi da disoccupazione indennizzata o da malattia, non potrà andare in pensione. Questo nonostante abbia completato il requisito contributivo generale di 42 anni e 10 mesi. Un altro caso in cui i contributi figurativi possono danneggiare il pensionato riguarda l’importo della pensione. Infatti i contributi da NASPI sono in genere meno importanti come importo rispetto a quelli del lavoro. La NASPI è erogata in percentuale in base allo stipendio percepito negli ultimi 4 anni. Ed è sempre inferiore allo stipendio. Pertanto sono più bassi come valore, i contributi da disoccupazione rispetto a quelli da lavoro.
Come incide la contribuzione figurativa sul calcolo della pensione
Il calcolo della prestazione per un lavoratore che sfrutta la pensione anticipata non può che essere misto. Nel sistema misto una quota della pensione viene calcolata col sistema retributivo mentre un’altra quota con quello contributivo. Il primo è basato sulle ultime retribuzioni del lavoratore e quindi se queste ultime sono inferiori perché in NASPI, scende anche la pensione. Nel sistema contributivo invece l’importo della pensione si basa sul montante dei contributi. Più alti sono i contributi accumulati nel montante, più si prende di pensione.
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