Quali Buoni fruttiferi postali proteggono meglio i risparmi dall’inflazione?

inflazione

Da qualche settimana ha preso vigore la discussione in merito all’inflazione. Economisti e analisti finanziari discutono ormai sul da farsi: come proteggere i sudati risparmi dall’erosione dell’inflazione?

Si tratta dello stesso interrogativo che anima chi cerca protezione e/o soluzione tra i prodotti emessi da Cassa Depositi e Prestiti (CDP). E cioè quali Buoni fruttiferi postali proteggono meglio i risparmi dall’inflazione?

Il perché di un simile interrogativo

Anzitutto chiediamoci se abbia o meno senso porsi un simile interrogativo. Il punto di partenza è che il risparmiatore postale cerca di solito soluzioni di lunga gittata. Cioè cerca un prodotto sicuro in cui parcheggiare i risparmi per il medio-lungo periodo; in genere non meno di 5 anni.

Ora, fermo restando che l’inflazione fa danni sempre, a prescindere dalla specifica durata del deposito, è risaputo che sul lungo periodo la sua azione è devastante. Ad esempio, nell’articolo di cui qui il link illustriamo quanto valgono dopo 10 anni 100mila euro parcheggiati su un c/c infruttifero.

Spulciamo tra i Buoni fruttiferi postali

Per rispondere al quesito di partenza, ossia quali Buoni fruttiferi postali proteggono meglio i risparmi dall’inflazione, vediamo lo stato dell’arte al riguardo. Tra i prodotti sottoscrivibili troviamo: il Buono 3X4, il Buono 4X4, il Buono Ordinario, il Buono 4 anni risparmiosemplice, il Buono dedicato ai minori, il Buono Obiettivo 65.

Quindi oggi purtroppo non sono più in emissione prodotti che, almeno in linea di principio, avrebbero potuto rispondere al caso nostro. In passato, la gamma dei prodotti CDP prevedeva espressamente Buoni indicizzati all’inflazione. Si trattava:

a) del Buono Inflazione, le cui serie sono state emesse dal 2006 al 2019;

b) e del Buono Inflazione Extra: in questo caso, le serie emesse di questo titolo si sono avute tra il 2014 e il 2016.

In entrambi i casi la durata massima dell’investimento era pari a 10 anni e il loro rendimento era indicizzato all’inflazione italiana. Poi si distinguevano per una serie di elementi posti a base dei rispettivi prodotti.

Procediamo in merito a quali Buoni fruttiferi postali proteggono meglio i risparmi dall’inflazione

A questo punto scattano alcune considerazioni. Anzitutto quella per cui non è detto che in un futuro più o meno prossimo CDP non decida di ritornare sui suoi passi e rispolverare simili prodotti. Se così dovesse essere, sarà nostra cura darne notizia ai Lettori.

In secondo luogo va detto che la via della difesa contro l’inflazione conosce molteplici sentieri. Per un risparmiatore in Buoni si tratta di capire essenzialmente tre elementi:

a) quale sarà il livello d’inflazione attesa dai principali centri di ricerca (nazionali e non) per il futuro prossimo;

b) il proprio orizzonte temporale dell’investimento;

c) trovare un prodotto adeguato a copertura dell’erosione del potere d’acquisto.

Due piccoli esempi

A questo punto, facciamo qualche piccolo esempio per capire meglio e di più. Il tasso di inflazione programmato per il 2021, ed inserito nella NADEF (ottobre 2020), è pari allo 0,50%. Esso vale solo per l’anno in corso e, almeno per adesso, si tratta di una (attendibile) stima.

Facendo esercizio di estrema sintesi, ipotizziamo un tasso dello 0,50% per i prossimi 5-10 anni. Se ciò fosse vero, vorrebbe dire che la ricerca dovrebbe mirare ad un Buono con (almeno) un rendimento poco sopra quel tasso. Cioè un titolo che fosse in grado di ripagare anche l’aliquota fiscale del 12,50% sugli interessi attivi e l’imposta di bollo.

Solo in quel caso il potere d’acquisto dei risparmi iniziali resterebbe invariato. Per il resto poi i BFP non hanno infatti costi di acquisto, gestione e rimborso.

In simili contesti, un Buono come quello Ordinario andrebbe ad esempio in difficoltà per via dei bassi rendimenti (0,30% annuo lordo a scadenza). Di contro godrebbe dell’enorme flessibilità di uscita dall’investimento senza perdere gli interessi maturati.

Viceversa, il Buono 4X4 fronteggerebbe bene quello stimato tasso d’inflazione (rendimento annuo lordo a scadenza: 0,75%). Ma in cambio chiede un investimento di durata pari a 16 anni.

Morale: ogni risparmiatore conosce le proprie esigenze e/o preferenze. Sulla base delle quali procedere alla propria pianificazione del portafoglio “contro” l’inflazione prossima a venire.

Abbiamo dunque illustrato quali Buoni fruttiferi postali proteggono meglio i risparmi dall’inflazione.

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