Quale tipo di tagliere scegliere per avere la massima igiene e non correre il rischio di contrarre qualche brutta infezione alimentare

tagliere

Il tagliere è uno strumento fondamentale in cucina. È infatti indispensabile per tantissime operazioni: tritare sedano, carote e cipolle per fare il soffritto, tagliare peperoni, melanzana e zucchine per una bella caponata, fare a cubetti le patate… Ma è utile anche per rendere più sottili le fettine di carne, sfilettare il pesce o tagliare a pezzi il pollo.

Quando utilizziamo il tagliere, andiamo inevitabilmente a creare dei tagli e delle fessure sulla superficie. Ma qual è il più indicato in termini di sicurezza e igiene alimentare? Andiamo a scoprire insieme quale tipo di tagliere scegliere per avere la massima igiene e non correre il rischio di contrarre qualche brutta infezione alimentare.

La normativa

Il Reg 852/04 precisa che: “le superfici a contatto con gli alimenti devono essere lavabili e sanificabili, resistere alla corrosione e non rilasciare sostanze capaci di contaminare o infettare il cibo”.

In buona sostanza, la normativa è piuttosto vaga e non ci aiuta nella scelta del materiale.

Legno o plastica: ecco le principali differenze

Il tagliere in plastica, dopo aver rimosso i residui organici, lo possiamo mettere tranquillamente in lavastoviglie: qui, alla temperatura di circa 65° -70°C, i batteri vengono resi inattivi.

Il legno, al contrario, oltre ad essere un materiale poroso che assorbe molta acqua, non può essere messo in lavastoviglie. È quindi più delicato e richiede maggiori accortezze in fase di pulizia: acqua calda e detergente, più asciugatura al sole o sul termosifone.

L’esperimento di una università americana

Per dare una risposta definitiva, citiamo il test effettuato presso la University of California dal professor Dean O. Cliver, specialista nel campo della sicurezza alimentare. Egli ha coltivato i batteri della salmonella su taglieri sia in plastica che in legno. Nuovi e già usati. Li ha poi puliti usando acqua calda e un po’ di detersivo.

Al termine dell’esperimento è emerso che nei taglieri in legno i batteri penetravano sotto la superficie per poi morire. Ma non solo: i taglieri in legno più vecchi presentavano livelli molto bassi di batteri, del tutto simili a quelli rilevati sui taglieri nuovi.
I taglieri in plastica, invece, sia nuovi che vecchi, nonostante pulizia e disinfezione, continuavano a presentare ancora batteri all’interno delle scanalature. E neanche il lavaggio in lavastoviglie risolveva il problema!

Quale tipo di tagliere scegliere per avere la massima igiene e non correre il rischio di contrarre qualche brutta infezione alimentare

Detto ciò, è abbastanza chiaro che è meglio optare per i taglieri in legno. Resta comunque imprescindibile una corretta e adeguata pulizia e il cambio del tagliere ogni tanto. Inoltre, l’ideale sarebbe altresì avere due o più taglieri, ognuno per i vari tipi di alimenti.

Consigliati per te