Qual è l’importo delle pensioni dei lavoratori con più di 35 anni di contribuzione INPS?

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Quando ormai manca davvero poco al traguardo del pensionamento si inizia a calcolare quanto si percepirà ogni mese. Dopo anni e anni di lavoro vi sono contribuenti che riescono ad accumulare una lunga storia contributiva. Del resto l’importo degli assegni pensionistici aumenta in base agli stipendi, ma anche all’anzianità assicurativa. Ad esempio ecco quanto prende di pensione a 64 anni un lavoratore con 20 anni di contributi. L’ammontare dei ratei dipende molto dall’età di inserimento nel mondo del lavoro e dalla continuità della carriera professionale. Inoltre di parla di buchi contributivi se vi sono periodi in cui manca la copertura assicurativa pur avendo svolto attività lavorativa. Chi infatti offre prestazioni d’opera senza sottoscrivere un regolare contratto e senza ricevere la contribuzione non accumula montante.

Altro elemento fondamentale riguarda l’ammontare delle retribuzioni da lavoro che il contribuente percepiva in servizio. Ed è preferibile essere consapevoli di quanto di riduce la pensione rispetto allo stipendio mensile del lavoratore. Nei casi in cui i ratei spettanti si rivelano particolarmente bassi o insufficienti si potrebbe infatti pensare ad un’integrazione. Ci si chiede ad esempio qual è l’importo delle pensioni dei lavoratori con più di 35 anni di contribuzione INPS. Chi conosce con anticipo a quanto ammonterà il proprio trattamento previdenziale potrebbe infatti valutare la possibilità di una pensione integrativa.

Qual è l’importo delle pensioni dei lavoratori con più di 35 anni di contribuzione INPS?

I nostri consulenti hanno indicato in via teorica di quanto aumentano le pensioni INPS con 2 o 3 anni in più di lavoro. E a chi eventualmente conviene rimandare l’accesso al pensionamento pur di assicurarsi una somma di denaro più consistente. Ma non tutti i lavoratori hanno tale opportunità per cui ipotizziamo la situazione di un dipendente statale che ancora presta servizio. Poniamo il caso di un insegnante di scuola elementare che attualmente percepisce poco meno di 17.000 euro netti su base annua.

A fronte di tale retribuzione lo stipendio netto mensile sarà pari all’incirca a 1.200 euro mensili. Se ha iniziato la sua carriera di dipendente pubblico nel 1994 potrà accedere alla pensione verosimilmente nel 2033. In quella data dovrebbe aver accumulato un montante contributivo di circa 39 anni. Di conseguenza una volta che concluderà la sua lunga carriera lavorativa avrà diritto ad un rateo pensionistico pari al 67% delle retribuzioni che percepiva in servizio. E ciò perché il calcolo dell’importo spettante avviene in base al sistema contributivo e non retributivo. E come ben sappiamo quando si applica il criterio contributivo purtroppo si perde fino a quasi il 50% dello stipendio.

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