Sulle pagine di ProiezionidiBorsa si è spesso consigliato come spendere meno quando ci si reca al supermercato per fare la spesa.
In questo articolo, poi, si era cercato di accendere un piccolo riflettore su quello che si cela dietro ai prezzi eccessivamente bassi al supermercato.
Nel presente articolo, invece, si andrà ad indagare quale sarebbe il costo del cibo se si tenesse conto dell’impatto ambientale provocato dalla sua produzione.
Qual è il vero costo del cibo che portiamo in tavola?
Gli studi
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Alcune università tedesche hanno condotto degli studi per valutare quale sarebbe l’effettivo costo del cibo facendovi rientrare l’impatto provocato.
Nel caso di una bistecca se si tenesse conto dell’impatto provocato sulla biodiversità il costo aumenterebbe del 146% in più rispetto al prezzo odierno.
Se si prende come esempio una bistecca dal costo di circa 4,50 euro all’etto, includendo l’impatto ambientale si salirebbe a circa 11 euro all’etto.
Lo stesso discorso si potrebbe, poi, fare per i prodotti provenienti dalla filiera lattiero-casearia. In questo caso l’aumento sarebbe del 91%. Anche qui, come in precedenza, partendo da 1,10 euro per un litro di latte si salirebbe a circa 2,10 euro.
I prodotti che aumenterebbero di meno sarebbero quelli di origine vegetale.
Ma in cosa consistono questi costi occulti? Si tratta dell’emissione di gas serra legati alla produzione di cibo, costi che ricadranno su ambiente e consumatori.
Magari non ci si accorgerà di questo impatto nel breve periodo ma i costi occulti verranno pagati dalla future generazioni. Ecco qual è il vero costo del cibo che portiamo in tavola.
Quali soluzioni?
Per ridurre queste emissioni sarebbe necessario stanziare degli incentivi a favore dei piccoli produttori. Questi incentivi li potrebbero aiutare a ridurre l’impatto ambientale delle loro produzioni.
Inoltre, l’aumento esponenziale del consumo di carne a cui si è assistito negli ultimi anni ha influito in maniera pesante sulla produzione di gas serra.
Gli allevamenti intensivi di carne da macello sono responsabili di circa il 15% del totale di tutte le emissioni di gas serra.
Da non dimenticare, poi, che a causa di questi allevamenti viene anche meno la biodiversità. Allevamenti intensivi e coltivazioni per produrre mangimi fanno venire meno foreste e aree incontaminate.
Inserendo questi costi occulti all’interno dei prezzi finali dei prodotti si otterrebbe una riduzione del consumo di questi beni.
Questo porterebbe a un maggior consumo di ortaggi con un impatto favorevole anche sulla salute.