Un focus per capire qual è il talco cancerogeno secondo una recentissima Corte d’Appello. A finire nel mirino della giustizia da ultimo è stato un colosso farmaceutico. La multinazionale statunitense Johnson & Johnson, stando al comunicato diramato dalla Reuters e apparso sul New York Times è stata condannata ad un risarcimento di miliardi di dollari. I giudici quindi hanno dato ragione alla donna che ha chiamato in causa la multinazionale. Una pronuncia che merita di essere approfondita per tutte le implicazioni ad essa connesse. Vediamo ora di capire qual è il talco cancerogeno secondo una recentissima Corte d’Appello.
La vicenda
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In buona sostanza, la denuncia si era basata sulla tesi che la polvere di talco Johnson & Johnson fosse stata la causa di un cancro alle ovaie. I denuncianti si sono uniti alla donna, presumibilmente nella forma di una “class action”. Insieme hanno più estensivamente affermato che l’uso del talco della suddetta multinazionale sarebbe la causa dell’insorgenza di certe forme tumorali.
Per di più, stando a quanto pubblicato sul New York Times, i querelanti hanno pure dimostrato che la multinazionale J&J avrebbe nascosto per decenni che i prodotti a base di talco contenevano amianto. Si è parlato addirittura di un “lavorio instancabile” per garantire che i protocolli di test non rilevassero la presenza dell’amianto nei campioni di talco esaminati. Con l’aggiunta pure di articoli pubblicati, proprio al fine di minimizzare i rischi legati alla sicurezza del talco.
La sentenza
La Corte d’Appello del Missouri ha quindi emesso un provvedimento di condanna a carico del colosso farmaceutico americano, ordinando al contempo di risarcire danni nell’ordine di 2,1 miliardi di dollari.
La sentenza è particolarmente pesante non solo in termini economici, ma anche in termini di quanto dichiarato. Alla Johnson & Johnson viene contestato il fatto di «vendere consapevolmente prodotti contenenti amianto ai consumatori».
La replica della multinazionale americana
Portavoci del gruppo hanno affermato che la multinazionale ovviamente non starà a guardare. A breve sarà quindi presentato ricorso contro la decisione della Corte del Missouri. Comunque, “querelle” giudiziarie a parte, sta di fatto che già a partire dallo scorso maggio, il gruppo ha annunciato che avrebbe smesso di vendere questo talco “Baby Powder” negli Stati Uniti e in Canada.
La motivazione, da quanto ci è dato sapere, sarebbe giustificata dalla diminuzione delle vendite a causa del cambiamento di abitudini e della sfiducia prodottasi verso il prodotto. Una pronuncia che ad oggi è geograficamente circoscritta. Che ci piaccia o no, il talco, presumibilmente con la stessa composizione, continua infatti ad essere venduto nel resto del mondo.