Si sa poco. Almeno ufficialmente. Ma la visita dell’ambasciatore dell’Azerbaigian, Mammad Ahmadzada, a Roma non sarà stata certo per motivi turistici. Ieri, l’incontro con il Segretario Generale della Farnesina, Ettore Francesco Sequi e di tale visita troviamo traccia solo in un generico comunicato stampa del Ministero degli Esteri.
Il comunicato ufficiale
Indice dei contenuti
Cerchiamo di capire qual è il contenuto dell’incontro. Dal comunicato ufficiale apprendiamo che nei mesi scorsi il premier Draghi ha avuto un colloquio con il Presidente Aliyev. Ancora, ad aprile il Ministro Di Maio ha fatto tappa a Baku per l’inizio «del dialogo strategico tra i due Pesi». Inoltre, «nel corso dei colloqui, l’Ambasciatore Sequi e l’Ambasciatore Ahmadzada si sono soffermati sui grandi temi dell’agenda bilaterale. Sulla cooperazione in ambito economico e sugli sforzi comuni volti a stabilizzare il contesto regionale, anche alla luce dei più recenti sviluppi del conflitto in Ucraina». I dettagli mancano perché forse così si conviene. In questi casi, meglio non parlare alla nuora perché la suocera intenda. E cioè la Russia, che pure è presente sul territorio del Caucaso.
Qual è il contenuto dell’incontro tra l’ambasciatore dell’Azebaigian a Roma e il Segretario Generale della Farnesina?
Quel che si son detti i due, ufficialmente non è noto. Né sappiamo se abbiano siglato accordi scritti. Certamente possiamo intuire l’interesse italiano di mettere piede nel territorio più conteso al Mondo. E i motivi sono presto detti. L’Azerbaigian è un territorio che fa invidia per tutto quanto nasconde nel sottosuolo. Una miniera d’oro in tutti i sensi. Petrolio, gas, rame, oro, molibdeno. E ancora molti materiali utili per l’edilizia: marmo, argilla, tufo e dolomite. E proprio con l’argilla, tra le altre materie, siamo in difficoltà per la realizzazione di ceramiche perché prima importavamo dall’Est e adesso siamo a secco. Se riuscissimo a venire a patti con il Paese che sbocca sul Mar Caspio saremmo a cavallo.
Qualche numero
Secondo i dati di riviste di settore, nel territorio che tanto fa gola, c’è (tra gli altri) un grande campo petrolifero «Azeri – Chirag – Guneshli». Qui si produce il noto marchio Easy Oil. Poi per il gas c’è il giacimento «Shah – Deniz». E qui i numeri sono da capogiro. L’estensione del parco è pari a 860 Km². E pare il totale delle riserve sia pari a 1,2 trilioni di M³ e 240 milioni di tonnellate di gas condensato. Se dovessimo riuscire a pescare da queste parti, davvero il Governo Draghi chiuderebbe la legislatura col botto.
Il problema è che da queste parti c’è frizione con l’Armenia e per molto tempo la Russia avrebbe fatto da paciere. Di recente, l’Unione Europea sta facendo da intermediario, aspetto certamente sgradito alla Madre Patria Russa. Adesso ci rimane da vedere qual è il contenuto dell’incontro (anche se abbiamo provato a contestualizzare) e quale delle due forze (UE o Russia) riuscirà a sistemare meglio le faccende in casa altrui. E a voler essere ottimisti, la visita dell’ambasciatore caucasico a Roma potrebbe voler significare una preferenza per l’Unione.
Lettura consigliata