A spasso per le vie di Mosca alla ricerca della cultura e del modo di pensare di un popolo, di uno Stato e della sua leadership. Lo facciamo con Valeria Misischia giovane lavoratrice ed ex studiosa del Mondo russo. Durante il corso di laurea triennale in Mediazione linguistica e interculturale, studia la lingua e la cultura russa, ottiene poi una laurea magistrale in International Studies presso l’Università degli Studi Roma Tre. La sua tesi di laurea espone una panoramica della relazioni sino-russe dagli inizi della Seconda Guerra Mondiale e l’evoluzione della politica estera di Putin verso la Cina fino al 2016.
Quali sono le conclusioni del Suo lavoro di ricerca sulla Russia e sulla Cina?
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«In sintesi estrema, la relazione tra Russia e Cina è basata sul fatto che si supportano su ciò che conviene ad entrambi. Sono isolati e hanno bisogno l’uno dell’altro».
L’isolamento è per volontà dell’ex URSS o degli altri?
«Un po’ per volontà e un po’ per una cultura di isolazionismo. E anche questo aspetto accomuna Russia e Cina. Infatti sono della stessa opinione anche rispetto all’indipendenza di un territorio, basta pensare alle intenzioni della Cina su Taiwan.
Si sostengono a vicenda in questioni che le riguarda loro direttamente. Rispetto alla situazione in Siria, pensi che ogni volta che bisognava votare nel Consiglio di Sicurezza ONU per adottare risoluzioni più severe o nette, nessuna di queste riusciva ad andare in porto. Questo perché la Russia ha stretti legami con questo Paese e di conseguenza c’è sempre stato il veto della Cina. Ma questo capita già da molto tempo non è un fatto di ieri». Oggi vediamo un Putin stratega che «invecchia e mette peso».
A quanto risale questa dinamica e perché?
«Al post-Guerra fredda e ancora al Secondo dopoguerra se non addirittura prima. La storia contemporanea ci lascia di fatto da una parte la Russia e dall’altra l’Europa con gli Stati Uniti. Poi la NATO da cui la Russia è sempre stata fuori».
Perché? Non la vogliono? O è il Cremlino che non vuole saperne?
«Quando Medvedev era Presidente si ventilava l’ipotesi di far entrare la Russia nella NATO . Ma tale idea non è mai stata seriamente coltivata e presa in carico. È rimasta nell’aria. Penso, d’altra parte, che per la Russia sia quasi inconcepibile pensare di far parte di un’alleanza militare dove gli Stati Uniti hanno un’enorme influenza. Quindi la responsabilità è di entrambi».
Ma l’Unione Europea già sospettava l’invasione russa dell’Ucraina?
«Negli ultimi anni con il coinvolgimento della Russia in Siria e l’incarcerazione di Navalny, Josep Borrell (Alto rappresentante dell’Unione per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza) si è recato spesso in Russia. Ha provato a parlare e mediare ma invano. Quindi è già da un po’ che le relazioni con la Russia non sono buone. Non è dal 24 febbraio scorso».
Ma con la Russia noi che rapporti avevamo, davvero erano rose e fiori come vedevamo dalle immagini di Berlusconi nella Dacia?
«Penso che l’Italia con Berlusconi, per quel periodo, riuscì ad avere una relazione buona e molto stretta. Non so se questo tipo di rapporto l’abbiamo avuto con altri Presidenti, sicuramente anche con Prodi c’erano buoni legami. Per Draghi, ad esempio, l’invasione dell’Ucraina è qualcosa di molto grave che intacca determinati principi fondamentali. Infatti è molto duro verso la Russia». Oggi Putin stratega che «invecchia e mette peso» pare avere una mente più lucida di quanto si pensi.
Quando finirà tutto?
«Non ho idea. Probabilmente non prestissimo. E comunque bisogna vedere le conseguenze che deriveranno da tale conflitto. Nello Sri Lanka le auto sono ferme perché non hanno più benzina, sono parcheggiate e a secco. Io mai avrei immaginato un Paese come lo Sri Lanka potesse subire a tal punto le conseguenze della guerra, eppure è così. Rispetto alla fine non vedo spiragli perché per negoziare ognuno delle due parti dovrebbe cedere in qualcosa. In questo caso non vedo nessuna intenzione né da parte dell’Ucraina né della Russia».
Ma la Russia, il Cremlino che realtà sono?Qual è il loro modo di pensare?
«Putin vuole avere la bocca e l’orecchio ovunque: nell’economia, nell’industria e in tutti i settori rilevanti della società. La sua visione è di profonda nostalgia dell’Impero russo e dell’URSS, quando era tutto sotto controllo del regime. La tv, i giornali sono tutti controllati e c’è una censura enorme al momento. Non solo, anche la propaganda per cui l’Occidente è presentato in un certo modo e per non parlare degli USA. Ancora Putin ostenta una forte adesione alla Chiesa russa Ortodossa. Poi la Russia prima dell’anno 1000 nasce da Kiev, parte da lì.
È un fatto storico per cui Putin è convinto ci siano territori che gli appartengono, che l’Ucraina non abbia motivo di esistere come Stato autonomo perché i due popoli sono “fratelli”. Non credo che mollerà finchè non avrà almeno alcune aree dell’Ucraina». Il leader del Cremlino è convinto e assistiamo ad un Putin stratega che «invecchia e mette peso».
E i russi cosa pensano?
«Molta della popolazione è divisa su questo e tanti hanno voluto lasciare la Russia in segno di protesta. Forse Putin non ha la piena consapevolezza delle conseguenze che portera’ questa guerra. Mi sembra come se vivesse il momento, come se vedesse che sta vincendo e che prima o poi l’Ucraina cederà. Quantomeno crede cederà parte dei territori che gli interessano. Ma non so quanto stia pensando al dopo. Ci sarà la stigmatizzazione della Russia. Ad esempio sarà difficile vedere persone che vorranno andare lì a studiare. Ma questo è solo un esempio».
Dall’inizio del conflitto in Italia più volte si è detto Putin fosse malato, è così?
«Dallo studio della sua biografia non ho mai avuto notizia di uno stato di salute in difficoltà. Su fonti ufficiali non ho mai letto di predisposizioni a malattie particolari o qualsiasi aspetto che potesse far pensare a segni di cedimenti o problemi di salute. Anzi da giovane e tuttora Putin si mantiene in forma con il judo e fa le saune. Non ho mai sentito parlare di problemi di salute, almeno fino a qualche anno fa. Se si pensa sia malato per le atrocità della guerra, bisogna pensare che lui non è nuovo a questo tipo di decisioni. Lo ha già fatto altre volte. Quello che vedo oggi rispetto al gonfiore del viso, secondo me è semplicemente un uomo che ha la sua età e con l’età ha messo un po’ di peso. Lo vedo così».
Ce la faranno a mantenere un certo livello di vita così isolati? possono bastare a sé stessi?
«Nel breve termine forse riescono perché la Russia è abituata ad avere scorte. È nella loro cultura perché quando ci fu l’assedio di Leningrado finirono le derrate alimentari e i cittadini si ritrovarono senza cibo. Da lì sono abituati a fare le scorte, ad accumulare. Nel medio lungo periodo però credo avranno problemi soprattutto se si taglia la fornitura di gas. Per il resto consideriamo che comunque parte della Russia è un enorme ghiacciaio quindi anche le risorse agricole non sono tantissime. Anche molto del loro grano arriva (o arrivava) dall’Ucraina». Oggi Putin stratega che «invecchia e mette peso», domani potrebbe iniziare ad avere notti insonni per il progressivo logoramento del sistema Paese. Della sua economia e della qualità di vita dei cittadini.
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