Nel corso della vita lavorativa potrebbe capitare di avere bisogno di somme ingenti per compiere alcune spese. Non è sempre necessario indebitarsi con istituti privati per farvi fronte, perché potremmo avere pieno diritto a ricevere una parte di soldi che ci spetta.
Tutto consiste nella possibilità di ricevere un anticipo sul cosiddetto trattamento di fine rapporto, ovvero quella somma che ci viene erogata al termine di un’esperienza lavorativa per fare fronte alle esigenze del pensionamento, oppure per quelle legate alla ricerca di una nuova occupazione. Può essere un bel colpo di fortuna, che riguarda però i lavoratori del settore privato.
Nel settore pubblico l’introduzione del TFR anticipato è in realtà una formula di finanziamento, pur con un tasso particolarmente agevolato. Puoi chiedere il TFR anticipato in busta paga e senza spiegazioni se il nostro datore di lavoro ha più di 25 dipendenti.
Le condizioni standard
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Normalmente la richiesta del TFR all’imprenditore è subordinata alla presenza di una specifica condizione da rispettare ed eventualmente da provare: l’acquisto di una casa per sé stessi o per i propri figli, la propria formazione (continua o con congedo), far fronte a spese di natura sanitaria o, infine, nel contesto di un congedo parentale. L’ammontare può raggiungere fino al 70% del TFR maturato, purché dopo almeno 8 anni di servizio: nel caso di un dipendente da molti anni questo può rappresentare una somma considerevole.
C’è da aggiungere, però, che il datore di lavoro non sempre può essere obbligato a versare questa cifra. Lo è, solo all’interno di una soglia, ovvero fino al 10% delle richieste dei lavoratori che ne hanno titolo (ed il 4% del totale dei suoi dipendenti). Al di sopra, può rifiutare di ottemperare alla richiesta. Queste sono le condizioni espresse dal Codice civile, all’interno dell’art. 2120.
Puoi chiedere il TFR anticipato in busta paga e senza spiegazioni se il nostro datore di lavoro ha più di 25 dipendenti
Non tutti, però, sono consapevoli della possibilità di richiederlo per ragioni ulteriori, non da meglio specificare: ad esempio il semplice fatto di averne bisogno. La legge lo consente: cambiano però le cifre in questione, oltre ad aumentare la discrezionalità della richiesta, che spetta al semplice giudizio del datore di lavoro. Infine, questa richiesta può essere compiuta solo nei confronti del datore di lavoro con almeno 25 dipendenti. Nel relativo modulo di richiesta all’interno della casella si può semplicemente indicare la dicitura di “motivazioni personali” all’interno del quadro volto a specificare la ragione della richiesta.
Una semplice necessità economica è dunque astrattamente compatibile con il TFR anticipato. Può rappresentare un’ottima notizia, visto che diversamente saremmo costretti ad indebitarci presso istituti privati. Considerato il rialzo sostanzioso dei mutui degli ultimi mesi, è un fatto tutt’altro che secondario per le nostre finanze.
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