Alla luce dei profondi cambiamenti che l’emergenza sanitaria ha portato nella dimensione lavorativa, attualmente alcuni contribuenti mirano a lasciare presto il mondo del lavoro. Ci sono categorie di dipendenti che, in ragione del proprio stato di salute, possono richiedere delle agevolazioni sul piano previdenziale. A fronte di un montante contributivo abbastanza contenuto, è possibile difatti richiedere l’anticipo agevolato in presenza di determinate condizioni clinico-sanitarie. Chi certifica i requisiti che di seguito illustriamo, può andare in pensione prima dei 60 anni. Vediamo allora come funziona la domanda e quando conviene presentarla all’INPS.
Quali agevolazioni previdenziali spettano a chi ha capacità lavorative ridotte
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Con l’avanzare dell’età è possibile che subentrino delle problematiche legate al proprio stato di salute che compromettono la quotidianità della persona coinvolta. In simili circostanze, sono diverse le soluzioni previdenziali che si offrono alla platea dei possibili beneficiari in relazione al proprio impiego. Ad esempio, in un precedente articolo abbiamo spiegato che percentuale d’invalidità consente di andare 4 anni prima in pensione INPS.
Come molti sapranno, attualmente la pensione di vecchiaia si raggiunge a 67 anni e un ventennio di contributi. Coloro che presentano una certa condizione invalidante, possono tuttavia richiedere delle deroghe per ricevere una riduzione sul montante contributivo. In simili circostanze, difatti, abbiamo illustrato in che modo l’INPS abbuona gratuitamente fino a 5 anni di contributi ai lavoratori. Questa soluzione abbasserebbe il tetto minimo di contributi richiesti per accedere al collocamento in quiescenza. Esistono, inoltre, altre tipologie di agevolazioni che è bene prendere in considerazione al verificarsi di simili eventualità.
Può andare in pensione prima dei 60 anni chi dichiara queste malattie presentando domanda all’INPS quest’anno
Quando un lavoratore presenta una malattia o menomazione che riduce a meno di un terzo la capacità lavorativa, egli potrebbe beneficiare della pensione anticipata agevolata. Si tratta di una formula prevista dal Decreto Amato e che si rivolge a chi possiede un’invalidità certificata pari ad almeno l’ottanta per cento. Questi, se possiede i contributi minimi previsti per la pensione di vecchiaia ordinaria, può accedere all’anticipo ad un’età anagrafica più bassa. Si tratta di 61 anni per i lavoratori uomini e ulteriori 5 anni in meno per le lavoratrici. Tale soglia anagrafica può godere di una riduzione anagrafica aggiuntiva in presenza di lavoratori non vedenti. È l’INPS che certifica la presenza dello stato di handicap.
Eventuali riconoscimenti da parte di altri Enti si valutano ai sensi della Legge 222 del 12 giugno 1984 per punteggi d’invalidità previdenziale o pensionabile. Coloro ai quali si riconosce il diritto all’anticipo, dovranno attendere una finestra mobile che può raggiungere un anno. La pensione, dunque, si riceve dal primo giorno del mese successivo alla finestra mobile. Laddove si riconoscesse lo status invalidante da data precedente la presentazione della domanda, allora l’apertura della finestra mobile si considererebbe a partire da tale data.
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