A parlarne bene è anche Luca Vergani CEO di Wavemaker Italia, la più grande agenzia media italiana. A suo dire si tratta «di una realtà promettente e molto interessante» e si riferisce alla startup di psicologia online “Unobravo”. Un servizio tradizionalmente legato alla fruizione in presenza approda in Rete e i risultati sono sorprendenti e in crescita continua. Ce ne parla Danila De Stefano, CEO & Founder della Srl.
Come nasce questa startup? C’è un’intuizione a monte?
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«L’idea di “Unobravo” nasce da un’esperienza vissuta personalmente. Dopo la laurea in Psicologia Clinica, mi sono trasferita a Londra. Nel Regno Unito ho lavorato come Research Assistant, oltre che in diverse cliniche psichiatriche e charities. Tra lavoro e inserimento in un nuovo Paese, ho sentito l’esigenza di rivolgermi ad uno psicologo».
Quindi?
«In quel momento ho dovuto far fronte a diversi ostacoli, come i costi esorbitanti richiesti per le sedute o le lunghe liste d’attesa dei professionisti disponibili. A quel punto mi sono chiesta come fosse possibile che il benessere mentale non fosse accessibile, se non in determinati contesti. Così in quel momento ho capito che volevo aiutare chi come me si era trovato a vivere una situazione simile. Volevo farlo rendendo quanto più accessibile possibile la terapia psicologica grazie alla tecnologia. L’ho fatto prima io come psicologa. Poi con la consapevolezza del potenziale del web, ho lanciato “Unobravo”, che doveva essere un modo per supportare sempre più persone. Mi sono scoperta brava nel farlo e ho perseverato fino a trovare, insieme a collaboratori molto validi, il modo di fornire il servizio in larghissima scala».
Parlare di terapie tramite web è impresa ardua. Come riuscite invece a fare proprio del web una leva di successo?
«“Unobravo” è un’azienda nata nell’era digitale e proprio lavorando con la tecnologia e sfruttandone tutti i benefici siamo stati in grado di aumentare l’accessibilità del servizio. Abbiamo raggiunto una quantità tale di persone da poter iniziare a cambiare il modo di vedere determinate cose. Uno degli obiettivi più ambiziosi di “Unobravo” è quello di diventare un’azienda in grado di dare un concreto contributo nella lotta contro lo stigma che persiste attorno alla salute mentale. Puntiamo a questo obiettivo con l’impegno quotidiano nel nostro lavoro, rendendo democratica e accessibile la terapia a chiunque e offrendo un servizio d’eccellenza. Inoltre, lo facciamo anche attraverso la nostra comunicazione, i social e le iniziative che realizziamo per avvicinare sempre più le persone a una tematica così importante e spesso sottovalutata».
Psicoterapia online in Italia è una sfida possibile a quanto pare. Perché la denominazione Unobravo?
«Il nome del brand è nato in maniera quasi spontanea e casuale. Mentre creavo il sito e ne curavo il design, continuavo a fare giochi di parole, prendevo appunti e chiedevo pareri ad alcuni amici. Un pomeriggio ero con il mio compagno, oggi mio braccio destro in azienda, e spontaneamente ho esclamato “Unobravo”!
Ho sempre pensato fosse il naming perfetto: fa sorridere, fa riconoscere chi lavora con noi in un brand. Butta giù le barriere e la gravosa seriosità che troppo spesso si associa alla salute mentale e al prendersi cura della propria mente».
Ci sono “resistenze” (diffidenza) da parte di chi vi contatta rispetto al medium che impiegate?
«Chi contatta “Unobravo” sa di potersi affidare a un servizio di qualità e che conta su un’équipe di psicologi e psicoterapeuti eccellenti. Il nostro si propone sin da subito come un servizio competente, affidabile ed empatico: lo facciamo mettendo l’utente a proprio agio nella compilazione del questionario gratuito e individuando il professionista “Unobravo” più idoneo per ciascuno.
L’esperienza ci ha inoltre insegnato che, davanti al proprio pc, il paziente si apre più velocemente e ha meno freni inibitori: si verifica il cosiddetto “effetto schermo” e in questo modo la creazione di un clima di intimità e fiducia permette l’instaurarsi di una solida alleanza terapeutica tra paziente e psicologo, fondamentale per un proficuo percorso di terapia». A questo punto potremmo già affermare che la Psicoterapia online in Italia è una sfida possibile e vincente, se esercitata con grande professionalità.
Quanto c’entra in tutto questo la pandemia e il potenziamento dei collegamenti web?
«Fino all’inizio dell’emergenza sanitaria, sia i professionisti che i pazienti erano molto scettici nell’utilizzo di questi strumenti; dopo è diventata però la “nuova normalità”. Effettuare terapia da remoto permette infatti all’utente di incontrare il proprio terapeuta dal luogo in cui gli è più comodo. Questo è garanzia di comfort ed elasticità. L’innovativo sistema di matching che abbiamo messo a punto, inoltre, consente al paziente di essere abbinato al professionista del Team Clinico più in linea con le proprie esigenze, richieste e problematiche. Un aspetto assolutamente non secondario in quanto molto spesso i pazienti si scoraggiano di fronte a una seduta “non positiva” o una mancata affinità con il proprio terapeuta o, semplicemente, non sanno a chi rivolgersi».
Quale (o quali) metodo/i impiegate e se (disponete) ci sono testimonianze di persone che sono guarite o almeno migliorate tramite Unobravo?
«La nostra équipe clinica al momento è composta da oltre 2.500 professionisti, tra psicologi e psicoterapeuti, che seguono oltre quindici orientamenti terapeutici. Ogni giorno moltissime delle persone che hanno scelto “Unobravo” confermano le loro esperienze positive e lasciano recensioni sia sul nostro sito, sia sulla pagina Trustpilot. Su quest’ultima piattaforma, ad esempio, il 98% del campione dei pazienti considerato esprime un voto superiore a 4 stelle. Inoltre l’87% delle recensioni definisce il servizio “eccezionale”, con una valutazione complessiva di 4,8/5».