Si tiene oggi a Roma ma anche in altre piazze italiane, a mezzo flash-mob, una manifestazione nazionale per far sentire al Governo la voce delle donne. Questa iniziativa si propone di reclamare dignità, diritti, tutela e opportunità. Vediamo i numeri della condizione femminile in Italia e cosa chiederanno le donne in piazza oggi con la Redazione Attualità di ProiezionidiBorsa.
83 donne vittime di femminicidi da gennaio 2021
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Le donne sono le prime a perdere il posto in Italia durante le crisi economiche, ma non solo. Circa 40mila hanno lasciato il lavoro nel 2020 per seguire la maternità. Le donne subiscono violenze terribili nella società e talvolta anche in famiglia. Sono 83 le donne uccise da mariti o ex partner da gennaio 2021. Le donne vengono private di ogni diritto, sfruttate, sono vittime di ingiustizie in Paesi come l’Afghanistan, la Libia, i Balcani.
Protesta delle donne oggi nelle piazze d’Italia per chiedere rispetto, diritti e lavoro
L’Assemblea della Magnolia ha organizzato la manifestazione nazionale di oggi a Roma in Piazza del Popolo. Si tratta di una realtà nata a metà del 2020 alla Casa internazionale delle donne di Roma, con il sostegno di tantissime associazioni e gruppi in tutta Italia. La manifestazione vuole mandare anche un segnale al Governo che dovrà gestire il Recovery Fund (PNRR). Sono in arrivo 191,5 miliardi di fondi europei, serviranno per realizzare decine di importanti riforme. Alcune – dal fisco al welfare alla sanità – dovrebbero prevedere un occhio particolare per migliorare le condizioni delle donne.
Un documento di denuncia e proposta sul tavolo del premier Draghi
Protesta delle donne oggi nelle piazze d’Italia per chiedere rispetto, diritti e lavoro. L’Assemblea della Magnolia ha stilato un documento recapitato sulla scrivania di Mario Draghi a Palazzo Chigi «perché prenda atto che nessun passo ulteriore verso la ricerca di una soluzione può essere compiuto senza il punto di vista delle donne». Il documento è stato inviato anche a deputate, senatrici italiane e parlamentari europee, donne delle istituzioni, rappresentanti politiche, operatrici della salute, della scuola e dei servizi che oggi saranno in prima linea a testimoniare l’urgenza di provvedimenti seri.
Mancano gli incentivi per la natalità
Tra gli interventi più urgenti, ci sono le disparità di salario tra uomini e donne e l’assenza di incentivi mirati, per esempio in tema di maternità. Secondo un rapporto dell’Istituto nazionale del Lavoro, nel 2020 sono state più di 42mila i neogenitori a lasciare il lavoro. E il 77% sono donne. È un problema che si potrebbe risolvere attribuendo alla lavoratrice che rientra dalla maternità 3 anni di esonero contributivo. In questo caso l’incentivo per il datore di lavoro non sarebbe legato all’assunzione, ma al rientro nella stessa azienda in cui si era presa l’aspettativa per maternità, che a questo punto diventerebbe un requisito interessante per i datori di lavoro. Anche il presidente INPS Pasquale Tridico è d’accordo su questa soluzione che raggiungerebbe un duplice obiettivo: incentivare l’occupazione femminile e anche la natalità.
Affinare i criteri di accesso e di uscita dal lavoro
Sempre in tema di lavoro, bisognerebbe affinare i criteri di accesso e di uscita. Il Ministro del Lavoro Orlando cerca una soluzione su precari, salario minimo e contratti incentivati. Ma bisogna offrire in modo più mirato i progetti di formazione (per esempio a chi ha una bassa istruzione e non possiede la licenza di terza media). Si potrebbero anche alleggerire i criteri di accesso a ‘decontribuzione donna’ e rendere questa misura più efficace. Servirebbe infine un canale di uscita privilegiato per le lavoratrici con figli. Oggi sono scontati 4 mesi per ogni figlio, ma si potrebbe fare di più.