Il Dott. Gian Piero Turletti noto economista a livello internazionale è Autore di Magic Box in 7 passi e Metodo RCM Edizioni Proiezionidiborsa
Qual’è il significato dell’equazione del debito?
Talora si pensa che le opinioni degli economisti siano fondate solo su pareri personali, mentre esistono precise correlazioni matematiche tra le componenti del sistema economico, correlazioni evidenziate anche in precise formule.
Una delle più note è la cosiddetta equazione del debito pubblico.
Eccola:
(REND. TITOLI DI STATO – INFLAZIONE – CRESCITA PIL)*(DEBITO PUBBLICO/PIL)-(AVANZO PRIMARIO/PIL).
QUAL’E’ IL SIGNIFICATO DELLA FORMULA E PUO’ DARE INJDICAZIONI DI POLITICA ECONOMICA?
Se consideriamo il fondamentale problema italiano, quello del debito pubblico, la formula ci indica cosa può favorire e cosa aggravare il rapporto debito/pil.
Esaminandola dall’inizio, ovviamente si nota che maggiori sono i rendimenti dei titoli di stato e maggiore sarà il debito.
Ma anche l’inflazione e la crescita influiscono sul rapporto debito/pil.
Infatti una maggior inflazione comporta che, in termini reali, il debito tenda a diminuire, correlandosi al potere di acquisto.
Minore è il controvalore reale di una moneta, e minore, in termini reali, sarà il debito da restituire.
Poi l’equazione evidenzia un fattore fondamentale, cioè la crescita.
Maggiore è la crescita, minore sarà il debito/pil.
Anche per questo motivo, molti economisti sottolineano l’importanza del fattore crescita sulla tenuta del debito pubblico.
Ovviamente non poteva poi mancare il rilievo dell’avanzo primario.
Con molti avanzi primari, dati dalla differenza tra entrate ed uscite al netto degli stessi interessi sul debito, si potrebbe infatti sistemare la questione del debito.
Quanto alle indicazioni di politica economica, si tratta infatti di agire su uno o più dei dianzi indicati elementi, ad esempio il contenimento dei costi per puntare prima su una diminuzione del rapporto deficit/pil e poi su avanzi primari.
Quali prospettive si stanno delineando?
Certo, il governo Renzi non sta brillando per gestione della politica economica. Il mio non è e non vuole essere un giudizio politico, ma basato sugli stessi dati forniti dal governo nel def, documento economico e finanziario.
Non a caso, pare ad esempio scomparire o essere estremamente ridotto, ad esempio, il peso della voce contenimento e riduzione della spesa, che nelle previsioni originarie contava qualcosa attorno ad alcune decine di miliardi, e ora pare limitato a circa 5 miliardi.
Sintetizzando i principali numeri del DEF, si rilevano i seguenti aspetti essenziali:
Peggiorano le previsioni relative al PIL – le attese del Governo sono per un PIL in contrazione dello 0,4% nel 2014 e per una crescita modesta, pari allo +0,6% nel 2015. Le stime rimangono comunque superiori alle previsioni dell’OCSE.
Il pareggio strutturale di bilancio è stato spostato al 2017 e non più al 2016.
Nel 2015 l’indebitamento netto sale al 2,9% del PIL (era il 2,2% nella stima precedente).
Il rapporto tra debito pubblico e PIL dovrebbe toccare il 133,4% nel 2015 per poi tornare a scendere dal 2016.
Quali indicazioni si potrebbero seguire per migliorare la situazione?
A tale riguardo, è in corso da tempo un dibattito se sia il caso o meno, in una fase di crisi come l’attuale, di rispettare certi vincoli dettati dagli accordi europei.
Probabilmente, alla luce anche della cosiddetta equazione del debito, dianzi esaminata, pare rilevante abbandonare certi parametri, per puntare maggiormente sulla crescita economica, ed alleggerire il peso fiscale.
Credo che l’unico modo per far ripartire realmente l’economia, e con questo rendere più gestibile la dinamica del debito, sia quello di mettere più denaro in tasca a tutti, il che avrebbe impatti positivi anche sul rapporto debito/pil.
Certo, il pensiero di matrice tedesca, alla Merkel, tanto per intenderci, non sarebbe d’accordo, ammonendoci a fare bene i compiti a casa.
Mi vien da rispondere che, probabilmente, sinora i compiti assegnati sono quelli sbagliati.
Cosa può dirci dei mercati azionari?
I principali mercati sono stati caratterizzati dalla rottura di ulteriori supporti, rispetto al mio ultimo intervento sul tema.
Ne conseguono proiezioni ulteriormente ribassiste, cioè con un’estensione in tempo e prezzo del ribasso in corso.
Come preciso sempre nei miei interventi di analisi tecnica, solo il confermato superamento di certi livelli dinamici potrebbe porre fine a tale situazione, livelli che, essendo dinamici, variano nel tempo.
Invece resta al momento confermato il trend positivo sui BTP, che si stanno sempre più comportando come asset azionari, nel senso di un trend positivo delle quotazioni, a prescindere dai rendimenti.