La situazione attuale dei Mercati secondo l’analisi di Vittorio Grimaldi.
Macro Usa/ Europa: Tina ( there is no alternative) per entrambi, il resto è contorno.
C’e’ Tina per gli Usa: riduzione del debito pubblico senza se e senza ma. Il Doge di Musk? Meno spesa pubblica improduttiva e più spesa produttiva, per quantità inferiore. Se a ciò si accompagna deregulation e “animal spirit” imprenditoriali in crescita, il gioco è fatto.
In sequenza: crescita della produttività/competitività, quindi crescita economica con inflazione “just ok”, anche se un po’ sopra il 2%, “stella polare” il decennale Usa imbrigliato intorno al 4.50% , dulcis in fundo , Fed più dovish e non conflittuale con Trump, come già ora prevede Zervos ( Jeffrey) .
Questo scenario è idilliaco sulla carta, tutt’ altro che semplice da realizzare, con “tail risk” in agguato.
Il contorno, certo sempre apprezzato nel menù, ma che conta meno, è nella sostanza il prospettico accordo di Lago -a- Mar che Bianco research al momento ha definito come un “concept” più che realtà: uno usd più debole, dazi reciproci sopportabili più per gli Usa che per terzi, a detta di Miriam, maggiore convenienza a insediare plant in Usa, tra gli altri, cui di recente si è accompagnata l’ipotesi fantasiosa di una rivalutazione delle riserve auree del Tesoro con vendita diretta (parziale) e/o monetizzazione, nonché la forzatura di uno swap dei creditori Usa con bonds della parte a lunga della curva, anche questa ipotesi un po’ bizzarra.
Europa
Un Tina esattamente opposto, fare maggiore spesa pubblica con emissione di debito comune laddove fattibile (spesa militare): 700/800 mld all’anno almeno per Mario Draghi. E’ questo l’unico modo per evitare una lunga stagnazione, questa volta con epicentro in Germania.
In primis aumento di spese militari, con relativi acquisti anche dagli Usa, che per ragione opposta le ridurrebbero (to smooth il livello dei dazi Usa?) nonché per infrastrutture / altri investimenti per ridurre il gap tecnologico con Usa e Cina.
Questi ultimi se si accompagnassero a quello che Draghi ha indicato come il vero problema di una Europa frammentata, ancora piu’ dei dazi Trumpiani, ovvero l’eliminazione di costose barriere infra stati e/o riduzione di costi burocratici, anche l’ Europa potrebbe godere di una maggiore produttività / competitività ; competitività in miglioramento con la fine della guerra Russia/ Ucraina anche grazie alla diminuzione del costo per energia tra 2/3 ( gas) volte superiore a quello Usa.
Tra Usa ed Europa, una sorta di rette parallele convergenti, per usare un’espressione di vecchio politichese nostrano
Operativamente, rispetto alla scorsa settimana, ho poco da aggiungere per bonds /valute/ equity , rimarrei in barbell, buy short term bonds / usd con meno convinzione, yen, ed equity.
Tenderei pero’ a ridurre tatticamente l’equity, magari su un eventuale ultimo rialzo del 50+ /maggioranza della grande coalizione in Germania, e il probabile “better than ” corrente e di linee guida di Nvidia ; il DeMark comincia a segnalare per s&p 500 ( sui max) Europa /Hk ( nuovi max) overbought da fiato corto.
Eviterei to chase, per comprare su qualche mini pull back.
Micro: rotation regionale e settoriale should go on….gli ultimi saranno i primi?
Finora da un punto di vista regionale è stato cosi, ytd Hk in testa con un + 17%, eurostoxx 50 + 12%, fanalino di coda, si fa per dire, l’ S&P 500 con circa + 4%; per le motivazioni rinvio a quanto scritto la scorsa settimana.
Per quanto concerne i settori/titoli in ” denaro “, la scorsa settimana menzionavo oltre agli “evergreen” in Europa quali banche italiane e settore difesa, con l’aggiunta di Bnp in Francia, anche quello /i piu’ legato/i alla fine della guerra Russia / Ucraina, con Danieli in spolvero, tra i titoli che conosco meglio.
Aggiungerei in Europa il settore lusso, con performance ytd positive, in qualche modo legato a una potenziale ripresa dei consumi in Cina; equity cinese che questa settimana ha accolto positivamente il Q di Alibaba, da comprare su un mini pull back , perche’ still deep value to me.
Per finire noto che
in Usa, partendo dal top, probabilmente il pmi m dopo, qualche anno di recessione sotto 50, sta cominciando un bottoming rialzando la testa sopra 50 . Percio’ buy industrials. Tra gli ” italo americani”, che conosco meglio, cnh poco sopra + +15% ytd , still conviction buy to me, perfino la bistrattata Stellantis col suo + 7% ytd , anche se la mia convinzione e’ light , potrebbe essere un buy se tutti gli ultimi saranno i primi.