Crolla la produzione industriale, trascinata soprattutto dal settore automobilistico. A febbraio segna un -2,7% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso.
“A febbraio la produzione industriale destagionalizzata diminuisce rispetto a gennaio. Il calo è diffuso ai principali raggruppamenti di industrie, con esclusione dell’energia. Risulta negativo anche l’andamento congiunturale complessivo nella media degli ultimi tre mesi“. Così inizia il report stilato dall’ISTAT che ci mostra un quadro davvero preoccupante.
Pochi i settori che si salvano dallo stop dei consumi, l’effetto Dazi e i rischi stagflazione: il settore automobilistico è tra i più colpiti, con un calo del 33,5% su base annua; il settore meccanica scende del 9,7%; il tessile-abbigliamento del 12,4%; l’elettronica del 6,2%, la chimica del 3,6%. Il settore farmaceutico perde, ma lievemente: -0,8%. Segnali positivi arrivano solamente dal comparto alimentare con un +1,16%, quello del legname e carta con un +3,4% e quello energetico che ovviamente essendo connesso alle quotazioni vede oscillazioni importanti, oggi quasi al +20%.
La tregua di 90 giorni sui dazi potrebbe aiutare la produzione? Prova a rispondere Paolo Pizzoli, Senior Economist di ING
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Paolo Pizzoli, Senior Economist di ING
Nella sua analisi dei dati sulla produzione industriale, Pizzoli prova a guardare con fiducia le conseguenze della sospensione dei Dazi. Nel suo commento, ricorda tra gli altri dati che “Il livello della produzione a febbraio è ancora del 7 per cento inferiore rispetto i livelli pre-covid“. Prosegue poi intercettando una lieve possibilità nella sosta delle tariffe.
“Il dettaglio settoriale non segnala cambiamenti significativi. Variazione significativamente positiva per la produzione di energia elettrica (+19.4% su base annua) e, sul fronte opposto, conferme della debolezza nella fabbricazione dei mezzi di trasporto (-14.1%), nel tessile e abbigliamento (-12.9%) e nella fabbricazione di macchinari e attrezzature (-9.7%). In termini congiunturali, da segnalare un miglioramento dalla filiera del settore delle costruzioni, gravato dal venir meno dell’effetto superbonus ma sorretto dagli investimenti infrastrutturali legati al PNRR“.
La tregua di 90 giorni sui dazi potrebbe temporaneamente aiutare la produzione
“Le prospettive per i prossimi mesi sono ovviamente condizionate da ciò che accadrà sul fronte dei dazi. Da questo punto di vista, la sospensione di 90 giorni dei dazi reciproci nei confronti dell’Europa annunciata ieri dal presidente Trump rappresenta certamente un elemento positivo, che dovrebbe (se confermato) contribuire a ridurre il livello di incertezza. Il quadro congiunturale resta tuttavia complicato, caratterizzato da una sostanziale stagnazione dell’economia.
La recessione manifatturiera non è ancora non superata e le prospettive di breve termine restano altamente incerte. A marzo gli indicatori di fiducia delle imprese manifatturiere hanno dato segnali contrastanti, con l’indice di fiducia Istat in calo ed il PMI in lieve miglioramento, anche se ancora in territorio di contrazione. A pesare sul primo ancora una dinamica degli ordini insoddisfacente e un processo di riduzione delle scorte che stenta a materializzarsi. Difficile pensare che la recente volatilità di mercato non lasci qualche traccia nei comportamenti degli operatori. Tuttavia, la prospettiva di una tregua tariffaria di 90 giorni potrebbe portare con sé una temporanea ripresa delle esportazioni verso gli Stati Uniti, con possibili riflessi positivi sulla produzione, aiutata dal temporaneo calo dei costi dell’energia.”