Processo penale: spesso più complicato di uno civile

Processo penale

Su queste pagine ci siamo occupati diverse volte di questioni legali.

Ed il mezzo che si utilizza per far valere una questione legale a proprio vantaggio è ciò di cui parliamo oggi, il processo. Ma secondo il diverso ramo dell’ordinamento giuridico che consideriamo, un processo può essere molto diverso.

Processo penale: più complicato di uno civile

Solitamente, in un processo civile, ma vale anche per altri rami dell’ordinamento giuridico, come nel diritto amministrativo, le prove hanno un valore già prestabilito.

Per questo motivo, salvo casi particolari, è abbastanza agevole farsi un’idea di come potrebbe andare a finire una determinata vicenda.

Generalmente le prove in un processo civile non si basano su testimonianze, ma su documenti scritti. Secondo il tipo di documento, determinate circostanze possono essere dotate di prova con efficacia maggiore o minore secondo quanto stabilito da norme di legge.

Il resto riconduce essenzialmente a questioni non di fatto, ma di diritto, come si usa dire.

In altri termini, si basa su cosa prevedono norme e giurisprudenza in una determinata materia.

Ecco perché solitamente un processo penale è più complicato

Esiste ovviamente anche in un processo civile, o amministrativo, un qualche margine d’incertezza sul relativo esito. La cosiddetta alea processuale.

Tuttavia, è più contenuta rispetto a quella di un processo penale.

Infatti, definiti quali fatti possano considerarsi provati o meno, in base al valore probatorio dei singoli elementi, come codificato dal legislatore, sarà sufficiente comprendere come vadano interpretate le norme applicabili al caso concreto, in base a quella che in materia è la giurisprudenza prevalente.

Ossia l’interpretazione più diffusa nelle sentenze su determinati argomenti.

Questo consentirà di avere un’idea abbastanza chiara di come potrebbero mettersi le cose sin dalle prime fasi.

Ovviamente va anche detto che non sempre è così.

Ad esempio ci sono materie, tipicamente gli illeciti, in cui il giudice, dovendosi basare non su scritture private o atti pubblici, ma su elementi testimoniali e perizie, dovrà farsi una opinione di come siano andati i fatti. E naturalmente entra in gioco una discrezionalità valutativa, che può comportare differenze di giudizio.

Questo invece è quello che accade sempre nel processo penale.

Cosa succede in un processo penale?

Quanto appena descritto vale sempre in un processo penale, per un semplicissimo motivo.

Nel processo penale il giudice valuta discrezionalmente gli elementi di prova, compresi i documenti scritti.

Non è tenuto, per legge, a conferire un determinato valore ad un determinato elemento probatorio. Un teste può essere considerato attendibile da un giudice, e non da un altro.

Un elemento rilevante da un magistrato, ma non da un suo collega.

Già questo fatto spiega sovente la frequente difformità di giudizio che giudici diversi esprimono, sullo stesso fatto, talora con sentenze anche nettamente contrastanti.

Differente giurisprudenza spesso non basata solo su una diversa interpretazione della medesima questione giuridica. Ma proprio a partire da una ricostruzione talora nettamente diversa dei medesimi fatti.

E così, mentre un giudice può ritenere, in base agli elementi di prova emersi, colpevole una persona, un altro giudice la potrebbe invece assolvere anche con formula piena.

A differenza di quanto avviene in certi tipi di processo. Non a caso i professionisti che lottano nel processo penale, accusa e difesa, devono lavorare molto proprio sugli elementi di prova. Per evidenziare soprattutto incongruenze e contraddizioni, o all’opposto coerenze, favorevoli alla propria ricostruzione dei fatti da parte di testimonianze ed altre fonti di prova.

E’ proprio su questi elementi che si estrinseca in primo luogo la loro abilità, prima ancora che nel conoscere le leggi e la giurisprudenza.

Solitamente tutto questo non capita, ad esempio, in un processo civile. In questo caso l’efficacia probatoria di un elemento è già definita dalla legge, senza alcuna possibilità di valutazione discrezionale da parte del giudice.

Elementi putativi e psicologici nel processo penale

Ma c’è di più.

Pensate che talora in un processo penale spesso si deve tentare di ricostruire non solo fatti materiali ed oggettivi, ma anche cosa avessero in mente le persone che hanno posto in essere determinati comportamenti.

Di qui fondamentali differenze, ad esempio, tra ipotesi di omicidio doloso, preterintenzionale, colposo. E se doloso tra omicidio premeditato e non.

Tutto si basa sul ritenere che l’elemento piscologico di chi ha agito fosse l’uno o l’altro.

Tutto, ancora una volta, soggetto ad opinioni basate sulla valutazione discrezionale del magistrato, che potrebbe interpretare determinati elementi in un modo anche completamente diverso da altro magistrato.

Ma talora si deve anche valutare se determinate scriminanti, elementi che eliminerebbero la responsabilità penale, anche se non esistenti realmente, siano invece state considerate situazioni reali da parte di chi ha agito.

Un esempio: una persona agisce convinta di dover far fronte alla necessità di salvare altra persona da un rischio grave per la sua incolumità.

Sarebbe uno stato di necessità.

In base ad una ricostruzione del fatto a posteriori si accerta che questo stato di necessità non sussisteva realmente.

Ma l’indagato/imputato asserisce invece di aver agito nella convinzione di far fronte ad uno stato di necessità.

Se vi sono circostanze che, nel momento in cui ha agito, rendono plausibile l’averlo ritenuto sussistere effettivamente, allora l’accusato dovrà essere prosciolto, o quanto meno dovrebbe andare incontro ad una minore responsabilità.

Diverso se si ritiene che non vi fossero motivi validi, ragionevoli, per poter ritenere sussistere una tale scriminante.

Scriminante putativa

Si definisce scriminante putativa quella non sussistente, ma ritenuta esistente.

La scriminante putativa è valida a favore dell’accusato, se vi sono ragionevoli motivi per cui altra persona, nelle stesse circostanze, possa ritenere esistente lo stato di necessità.

Secondo la diversa ricostruzione che fa il giudice dell’opinione che, ragionevolmente, avrebbe potuto farsi chi è accusato, si perverrà quindi ad una sentenza molto diversa.

Ecco che quindi molti aspetti nel processo penale, sono rimessi ad opinioni, non ad accertamenti sicuri e necessariamente incontrovertibili.

E non a caso si afferma che non sempre la verità processuale coincide con quella storica.

Avete quindi compreso perché un processo penale presenti aspetti particolarmente complessi nella loro trattazione, che riguardano in primo luogo la ricostruzione dei fatti.

Non a caso, in diverse sentenze possiamo rinvenire ricostruzioni e ragionamenti sullo svolgimento dei fatti. Fatti che si dilungano anche per centinaia di pagine, solo per tentare di spiegare perché debba prevalere, secondo l’estensore, una determinata ricostruzione dei fatti, rispetto ad altre possibili.

A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT

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