Presto il Fisco farà cassa con una patrimoniale, il prelievo forzoso o una nuova rottamazione?

tasse Fisco

Il ritorno alla normalità passa non solo per il vaccino e il Green Pass. Per il Fisco, infatti, normalità vuol dire anche fare cassa, un’operazione che rientra nei compiti di uno Stato moderno. Tutti i Governi, infatti, danno a chi ha bisogno e si finanziano con tasse e imposte.

Tuttavia, la riforma dell’IRPEF non è stata ancora attuata e veniamo da un 2020 da incubo. Molte aziende hanno subito perdite, sono sparite migliaia di partite IVA e il PIL medio è distante dai livelli di anni fa. Nello stesso periodo, però, migliaia di conti correnti hanno aumentato la loro giacenza: si farà cassa attingendo da questi conti fortunati?

Vediamo di fare il punto della situazione, chiedendoci se molto presto il Fisco farà cassa con una patrimoniale, il prelievo forzoso o una nuova rottamazione.

In merito a patrimoniale o il prelievo forzoso

Precisiamo subito che si tratta di tre misure molto diverse l’uno dall’altro, cioè non vale assolutamente il: uno vale l’altro. Dunque, come si evincerà di seguito si tratta di 3 casistiche distinte, autonome e differenti.

Semplificando, il prelievo colpisce la ricchezza detenuta sui conti correnti. Si tratta di una misura veloce e di solito adottata in situazioni di grave emergenza (come lo fu nel 1992 con il Governo Amato). In pratica si preleva una piccola frazione della liquidità a partire da determinate soglie di giacenza. Al riguardo, abbiamo già analizzato l’ipotesi di quando arriverà la patrimoniale sul conto corrente e quanti soldi preleverà di preciso.

La patrimoniale coinvolge invece beni mobili e immobili. Ha una gestazione più lunga del prelievo forzoso e anche in questo caso funziona a partire da certe soglie di ricchezza in poi.

Allo stato attuale c’è da dire che le casse nazionali poggiano su due punti di forza. Da un lato la ripresa economica (quindi le imposte sui maggiori redditi e consumi) e dall’altro i fondi del Next Generation UE (per gli investimenti). Pertanto i primi due spauracchi non dovrebbero concretizzarsi.

Il nodo cartelle esattoriali

Infine un altro capitolo rimanda alle cartelle di pagamento rimaste sospese nell’anno del Covid 19. Per esse è prevista la notifica da parte di Agenzia delle Entrate entro la fine dell’anno (si parla di 4 milioni di notifiche). In questi casi vi sono però situazioni di pendenza personale nei confronti del Fisco.

Ritornando alle cartelle da notificare, la bella notizia è che si tratterà di piccoli importi. Secondo alcune fonti, infatti, circa la metà di esse non arriverebbe a 300 euro di importo, mentre il 60% starebbe sotto la soglia dei 500 euro. Solo 1 cartella di pagamento su 10 sarebbe superiore ai 5.000 euro.

Presto il Fisco farà cassa con una patrimoniale, il prelievo forzoso o una nuova rottamazione

Tuttavia, in queste ore il Governo è al lavoro per un nuovo rinvio delle cartelle esattoriali. In sostanza si sta cercando di rimandare ancora i termini delle notifiche, ma solo di quelle riferite al periodo pandemico.

Sembra che le forze politiche siano concordi al riguardo. Inoltre, potrebbe esserci alle porte anche una possibile rottamazione-quater e una nuova sospensione degli obblighi di accantonamenti presso terzi.

Per il rinvio della riscossione, il vero problema per l’Esecutivo sarà trovare le coperture. Se passerà la via del blocco per tutti, serviranno fino a 4 miliardi di euro di euro. Se, invece, sarà differenziato sulla base delle possibilità dei contribuenti, anche meno.

Seguiremo gli sviluppi dei lavori parlamentari e terremo prontamente informati sulla materia i nostri Lettori.

Approfondimento

Autonomi e partite IVA possono presentare domanda per l’esonero contributivo fino a 3.000 euro.

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