Come ogni anno i lavoratori precari a prescindere da settore lavorativo sono chiamati a presentare la domanda di disoccupazione all’INPS. Infatti i precari hanno diritto a percepire la NASPI. L’indennità per disoccupati INPS è la misura principale di sostegno al reddito per chi perde involontariamente il proprio lavoro. E tanti precari, avendo per loro stessa natura, contratti di lavoro a tempo determinato, hanno diritto a percepire l’indennità. Infatti il termine di un contratto equivale ad una perdita involontaria del rapporto di lavoro.
Prenderanno un sussidio da metà giugno a inizio settembre questi lavoratori che inoltrano domanda all’INPS in 8 giorni
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La NASPI ad esclusione dei lavoratori statali con contratto a tempo indeterminato, dei collaboratori e dei lavoratori agricoli, si applica a tutti gli altri. Anche il lavoratore a tempo determinato della scuola, cioè il cosiddetto precario, ha diritto alla NASPI. E saranno proprio i precari della scuola adesso che si rivolgeranno all’INPS per il sussidio. Con la chiusura dell’anno scolastico infatti i lavoratori a tempo determinato cesseranno la loro attività. Ma devono prestare attenzione a determinate cose da fare nel momento in cui si interrompe il rapporto di lavoro.
Il lavoratore che prima presenta domanda, ha meno rischi di perdere soldi. Molti non considerano l’arco temporale tra un contratto e l’altro infatti. La domanda della NASPI si presenta entro i primi 8 giorni dalla data di interruzione del rapporto di lavoro. Questo termine non incide sul diritto alla prestazione, perché non è il termine di decadenza del diritto. In pratica la NASPI può essere presentata anche decorsi gli otto giorni, ma massimo entro 68 giorni dalla data di perdita del posto di lavoro. I 68 giorni invece, sono il termine di decadenza.
Perché la richiesta andrebbe fatta subito
Ciò che molti trascurano però è l’importanza degli otto giorni prima citati. Un’importanza che nel comparto scuola e per i lavoratori precari assume un’importanza ancora maggiore. Infatti se la domanda è presentata entro i primi 8 giorni, la decorrenza della NASPI scatta proprio dall’ottavo giorno dopo il licenziamento. Un lavoratore della scuola che è stato in servizio, anche se precario, per tutto l’anno scolastico 2021/2022, ha diritto ad almeno quattro mesi di NASPI. La NASPI infatti è pari alla metà delle settimane lavorate durante l’anno scolastico. I supplenti riceveranno una indennità pari alla metà delle settimane di supplenza svolte.
E così per 4 mesi di lavoro, si ha diritto a due mesi di NASPI mentre per 6 mesi si ha diritto a 3 mesi di NASPI. È evidente che per come è impostato il lavoro nel mondo della scuola, il precario dell’anno scolastico 2021/2022, potrebbe non avere il tempo materiale per sfruttare tutta la NASPI accumulata. Soprattutto se ritarda la presentazione della domanda ed è in procinto di riprendere servizio nell’anno 2022/2023 dal prossimo settembre.
Questi lavoratori infatti hanno tempo da metà giugno ai primi di settembre per percepire la NASPI maturata. Presentando domanda dopo gli 8 giorni, la decorrenza della NASPI slitta al giorno di presentazione della stessa. Il lavoratore che presenta la domanda a luglio, anche se ha diritto a 3 mesi di NASPI (per 6 mesi di supplenza), potrà prendere l’indennità solo per i mesi di luglio e agosto, perdendo di fatto giugno. Prenderanno un sussidio da metà giugno infatti solo quelli che inoltrano domanda subito.
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