Il sistema previdenziale italiano offre alcuni strumenti che possono tornare utili ai lavoratori, per godere di un trattamento maggiormente favorevole sulla pensione. E parliamo di uscita dal mondo del lavoro e pertanto, di pensioni anticipate. Perché a volte esistono metodi perfettamente leciti ed avvalorati da precise normative, che permettono di godere di sconti sia sui contributi da centrare che sull’età da raggiungere. Prenderà la pensione prima chi presenta domanda all’INPS. Vediamo di cosa si tratta.
Ma nulla è automatico, perché bisogna adempiere a determinate istanze. Prenderà la pensione prima chi presenta domanda all’INPS per gli sconti sull’età e sui contributi recuperando anche 5 anni. Un vantaggio quindi, non indifferente.
Cosa sono le maggiorazioni contributive
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Ci sono strumenti poco noti che andrebbero sfruttati per anticipare la pensione.Si chiamano maggiorazioni contributive e sono una specie di “regalo” che l’INPS fa in termini di età e contributi a determinati lavoratori che presentano le opportune domande. Per esempio le lavoratrici potrebbero godere di un vantaggio fino ad un anno per la pensione di vecchiaia. Come è noto, oggi la pensione di vecchiaia spetta ai lavoratori che raggiungono 67 anni di età e 20 anni di contributi versati.
E nessuna distinzione c’è tra uomini e donne. Ma le lavoratrici che hanno avuto figli, possono godere di uno sconto di 4 mesi a figlio avuto. E fino ad un massimo di 12 mesi per chi ne ha avuti 3 o più di 3. E lo sconto si applica sull’età che pertanto può scendere da 67 a 66 anni. Ma oltre che richiedere la maggiorazione, la lavoratrice deve pure rispettare una particolare condizione. I suoi 20 anni di contributi che servono, devono essere successivi al 31 dicembre 1995. In pratica non ci devono essere contributi versati prima di quella data essendo le maggiorazioni appannaggio di contributivi puri.
Prenderà la pensione prima chi presenta domanda all’INPS per gli sconti sull’età e sui contributi recuperando anche 5 anni
Altra maggiorazione, ancora più importante e che riguarda i contributi e non l’età, è quella che riguarda soggetti con invalidità. Infatti possono godere di una speciale contribuzione figurativa di 2 mesi per ogni anno di contributi versati, gli invalidi che hanno continuato a lavorare dopo essere stati riconosciuti disabili dalle autorità competenti in materia (Commissione Medica Invalidi Civili ASL, ndr). In parole povere un anno di lavoro dopo essere stati riconosciuti invalidi può valere 14 mesi di contributi e non 12 mesi. Lo sconto massimo è di 5 anni (contribuzione figurativa massima che l’INPS assegna con questa misura). Infatti chi ha svolto 30 o più anni di lavoro dopo il riconoscimento dell’invalidità.
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