In pensione con 35 anni di contributi è facoltà di chi raggiunge l’età pensionabile vigente che è pari a 67 anni. Ma è anche una possibilità per tanti lavoratori che nel 2024 riusciranno a raggiungere alcuni particolari requisiti che possono portarli a rientrare in alcune altrettanto particolari misure pensionistiche. Eppure 35 anni di contributi non bastano per la Quota 103 come non bastavano per la Quota 100 o la Quota 102. E sono insufficienti anche per le pensioni anticipate ordinarie, per la quota 41 per i precoci e perfino per la nuova Ape sociale che il Governo ha deciso di portare a 36 anni di contributi da versare.
Prenderà la pensione con 35 anni di contributi il lavoratore che rientra nello scivolo di quota 97,6
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Tra le diverse misure che hanno nei 35 anni di contribuzione versata la carriera contributiva necessaria da raggiungere, un ruolo fondamentale ha lo scivolo usuranti. Parliamo di una misura che permette il pensionamento con 61 anni e 7 mesi di età, anche se sommando età e contributi (i 35 già citati, ndr), bisogna completare la quota 97,6. Ma come si fa a rientrare tra le categorie di lavoro che permettono questo netto anticipo di quiescenza?
In primo luogo, bisogna essere alle prese con una delle attività di lavoro previste dal Decreto del 19 maggio 1999 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Serie Generale n°208 il 4 settembre 1999 che reca i criteri per l’individuazione delle mansioni usuranti. E si parla di lavoro nelle cave, nelle miniere, in spazi angusti e ristretti, l’attività di palombaro e così via dicendo. Ma prenderà la pensione con 35 anni di contributi anche chi rientra tra gli addetti alla linea a catena, oppure l’autista di mezzi di trasporto pubblici, o ancora, i lavoratori notturni.
Anche per le donne uscita con 35 anni di contributi, ma Opzione Donna è limitata
Per le donne 35 anni di contributi sono la soglia da centrare entro la fine del 2023 per poter accedere ad Opzione Donna nel 2024. La misura è stata prorogata dal governo, ma con delle evidenti peggioramenti rispetto alla misura valida nel 2023. Perché l’età oggi prevista tra i 58 ed i 60 anni, passa tra i 59 ed i 61 anni. Il calcolo contributivo della prestazione resta il limite più evidente della misura, evidentemente penalizzante come importo della pensione. Ma resta penalizzante pure la platea di riferimento che come nel 2023 anche nel 2024 sarà limitata. Prenderà la pensione con 35 anni di contributi la lavoratrice che alternativamente è caregivers, invalida, licenziata o alle prese con una azienda con tavolo di crisi avviato al Ministero del Made in Italy.