Con la circolare n° 108 del 2023 l’INPS ha confermato i dettami della Corte Costituzionale che ha di fatto tacciato di presunta incostituzionalità alcune regole di decurtazione della pensione ai superstiti. Parliamo di pensione di reversibilità, cioè di quella pensione che spetta ai coniugi di un pensionato defunto o ad altri familiari in determinate condizioni. Prenderà gli arretrati ed una pensione più alta chi per colpa del proprio reddito ha percepito negli anni un trattamento di reversibilità, evidentemente più basso di quanto spettava.
Prenderà gli arretrati ed una pensione più alta la vedova che ha subito tagli alla reversibilità
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L’INPS ha da pochi giorni confermato tramite circolare ufficiale pubblicata sul suo sito istituzionale, ciò che la Corte Costituzionale aveva disposto già nel 2022 con la sentenza n° 162. In pratica, la Consulta tacciò di presunta incostituzionalità, anche se solo parziale, la riduzione della pensione di reversibilità in misura più alta dei redditi ulteriori del beneficiario della prestazione. In pratica, la pensione di reversibilità come importi è commisurata in percentuale, alla pensione percepita dal defunto in vita. Ma è anche commisurata al grado di parentela del beneficiario della prestazione e dai suoi redditi aggiuntivi.
Ecco da dove nasce il problema delle decurtazioni esagerate
Nel dettaglio, gli appunti mossi dagli ermellini costituzionalisti fanno riferimento all’articolo 1 comma 41 della legge n° 335 del 1995. Una legge che stabiliva una pensione di reversibilità al coniuge superstite, in misura massima pari al 60% di quella percepita dal defunto quando era in vita. Ma decurtata del 25% se il superstite ha redditi sopra i 23.345 euro e fino a 31.127,72 euro. Una decurtazione ancora superiore per i redditi più alti e fino a 31.127,72 euro, perché sale al 40% e poi ancora al 50% per chi ha redditi ancora superiori. Tagli che per molti sono superiori al reddito percepito. A tal punto che nella circolare si spiega che oltre al ricalcolo della pensione con relativo adeguamento alle cifre effettivamente spettanti, i beneficiari di queste prestazioni avranno diritto agli arretrati.