Dal punto di vista pensionistico l’età di 67 anni rappresenta il limite anagrafico per la pensione ordinaria. Infatti si chiama età pensionabile. Vale per la pensione di vecchiaia ordinaria ma non solo. A 67 anni è fissata l’età di uscita per chi ricade nelle deroghe Amato con 15 anni di contributi. Perfino una misura prettamente assistenziale come l’assegno sociale ha nei 67 anni l’età prevista per la sua corresponsione. Ma non mancano nel sistema previdenziale misure di pensionamento anticipato. Molte volte però, il lavoratore che esce prima in pensione, è penalizzato. Ed in alcuni casi lo stesso lavoratore quando arriva a 67 anni ha l’occasione per eliminare le penalizzazioni dal suo assegno. Quelle penalizzazioni subite durante gli anni di anticipo pensionistico vengono meno a 67 anni. Ma solo se si presenta una specifica domanda.
Prenderà anche 1.500 euro in più il pensionato che presenta questa nuova domanda di pensione all’INPS a 67 anni
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Una misura abbastanza sfruttata in questi anni è stata l’APE sociale. Anche se limitata a determinate categorie di lavoratori, l’APE socialeha permesso a molti di accedere alla quiescenza fino a 4 anni prima dei 67 anni. Oggi infatti, non sono pochi i nati nel 1955 che sono in pensione già dal 2018, proprio con l’APE sociale. Infatti la misura consente l’uscita a partire dai 63 anni di età.
Ma è una misura temporanea, che scade nel momento in cui lo stesso pensionato compie i 67 anni. L’assegno viene bloccato al compimento dei 67 anni ed occorre presentare una nuova domanda, stavolta per la pensione di vecchiaia ordinaria. E per il pensionato le cose migliorano nettamente, almeno dal punto di vista degli importi dell’assegno. Il pensionato prenderà un assegno aumentato di diverse componenti aggiuntive.
Cosa cambia l’assegno da APE sociale a pensione di vecchiaia
L’APE sociale si ferma e dal mese successivo a quello in cui il pensionato compie 67 anni, quest’ultimo diventa beneficiario della pensione di vecchiaia. Ma non automaticamente. Il beneficiario dell’APE sociale deve presentare domanda di pensione di vecchiaia all’INPS. E molte cose miglioreranno, soprattutto dal punto di vista degli importi. Infatti con l’APE sociale il pensionato può prendere fino a 1.500 euro di pensione. Anche se l’assegno è calcolato in base ai contributi versati alla data di decorrenza dell’APE, questa è la soglia massima concedibile.
Passando alla pensione di vecchiaia ordinaria, chi ha diritto ad una pensione più alta ne beneficerà. Ma questo pensionato prenderà anche 1.500 euro in più all’anno grazie al passaggio tra le due prestazioni. Infatti con la pensione di vecchiaia si ha diritto alla tredicesima mensilità, alle maggiorazioni e agli assegni familiari. Tutte somme aggiuntive sulla pensione di cui non si ha diritto con l’APE. Inoltre finirà il periodo di non reversibilità della pensione. Infatti l’APE sociale non può essere trasferita al coniuge superstite in caso di decesso prematuro del beneficiario. Invece, la pensione di vecchiaia è perfettamente reversibile nei casi consentiti dalla Legge.
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