Potremmo allontanare lo spettro dell’Alzheimer e mantenere il cervello integro, stando alla larga da questa acqua

malattia Alzheimer

In Italia le persone colpite da questa malattia neurodegenerativa si stima siano 600.000. Una malattia che non solo colpisce i diretti interessati ma anche intere famiglie. Vedere un proprio caro che non riesce a ricordarsi di noi, getta in uno stato di sconforto profondo. Purtroppo, nonostante l’alacre impegno dei ricercatori, non si è ancora trovata una cura. Negli anni di continue ricerche e studi sono stati però trovati dei riscontri con alcuni alimenti e sostanze che incidono sull’insorgere della malattia. Fin dal lontano 2002, grazie ad una ricerca francese confermata da uno studio scozzese più recente, sappiamo che il solfato di alluminio potrebbe essere dannoso. Quantità di alluminio nel cervello potrebbero provocare l’Alzheimer. Troviamo il solfato di alluminio non solo negli alimenti ma purtroppo anche nell’acqua potabile del rubinetto. In che concentrazioni diventa pericoloso e cosa ha dimostrato la Scienza?

Potremmo allontanare lo spettro dell’Alzheimer e mantenere il cervello integro, stando alla larga da questa acqua

Il solfato di alluminio o sale di alluminio è un comune additivo per potabilizzare l’acqua. Si tratta di un flocculante, un aggregante che riesce a rendere più grandi le molecole delle impurità che quindi non superano le operazioni di filtraggio. In parole povere rende pura l’acqua negli acquedotti. L’OMS e la legge italiana fissano le soglie di accettabilità per la concentrazione di solfato di alluminio nell’acqua potabile a 200 microgrammi/litro. Mentre l’EFSA, l’European Food Safety Authority ha affermato che potremmo assumere senza rischi un milligrammo di alluminio per ogni chilo di peso corporeo ogni settimana. Il problema è che spesso questa dose di sicurezza si oltrepassa. Vediamo quindi cosa avrebbero dimostrato le ricerche universitarie.

Un studio francese del 2000 avrebbe dimostrato che l’incidenza dell’Alzheimer è 1,99 volte superiore nelle regioni in cui l’acqua del rubinetto contiene più di 0,1 mg/litro. La ricerca, celebre con il nome di Studio Paquid, avrebbe preso ad oggetto un campione veramente su larga scala se pensiamo che ha superato le 3.770 persone analizzate.

Le ultime ricerche scientifiche

Uno studio più recente dell’Università di Edimburgo avrebbe poi rilevato su un campione di 7.000 scozzesi nati nel 1921 la presenza di demenza in 1.972 persone. L’indagine del 2019 avrebbe quindi confermato quanto segue. Le persone che avevano sviluppato la malattia abitavano nelle zone dove nell’acqua potabile c’era un più alto tasso di allume e floruro. La zona con più casi era quella del Nord-Est della Scozia mentre quella a Sud-Ovest è risultata essere quella con meno incidenza di casi.

Dovremmo quindi stare attenti quando viene diramata la notizia di un’elevata presenza di alluminio nell’acqua. Beviamo l’acqua minerale fino a problema risolto.

Potremmo allontanare lo spettro dell’Alzheimer e mantenere il cervello integro, stando alla larga da questa acqua che sgorga dal rubinetto.

Approfondimento

Oltre ad abbassare la pressione alta, questi comuni farmaci rallenterebbero l’Alzheimer migliorando la circolazione sanguigna nel cervello

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