I bambini hanno impulsi diversi dagli adulti ed il cibo è uno di quelli.
Mentre da grandi impariamo ad apprezzare un buon pranzo o una buona cena anche come occasione di festa, da bambini non è così.
Per i più piccoli, infatti, il cibo è questione di sopravvivenza. Mangiano solo se hanno fame, solo se si sentono bene ed è difficile che interpretino un pasto come un’occasione conviviale.
Al contrario, però, a volte il pasto dei più piccoli può essere strettamente connesso a questioni psicologiche.
Può essere un modo per comunicare qualcosa oppure per interagire con i propri caregiver.
In questi casi ci troviamo a dover fare i conti con bambini inappetenti, che rifiutano cibo vero o che scambiano il pasto con un gioco.
Potrebbero essere questi consigli ad aiutarci a comprendere i vari motivi per cui nostro figlio non sta mangiando.
Assicurarsi che non ci siano problemi di salute
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È d’obbligo, prima di ricorrere a qualsiasi metodo o di ricercare la causa altrove, assicurarsi che il nostro bambino non abbia problemi di salute.
Questo perché a volte l’inappetenza può essere un campanello d’allarme di qualcosa di più serio.
Sicuramente spesso, in questi casi, si può trattare di semplice reflusso gastrico. Se il nostro bambino soffre di stitichezza, anche questa porta calo dell’appetito e nervosismo nei piccoli.
Se stanno uscendo dei dentini oppure se è stato male, sarà meglio limitarci ad offrire al piccolo alimenti che apprezza, leggeri da digerire.
Potrebbe avere difficoltà a masticare e/o deglutire il cibo.
Ci sono, però, volte in cui questo atteggiamento nei confronti del cibo non è dovuto a nessuna matrice di carattere medico.
Sono momenti particolari in cui i nostri figli vogliono comunicarci qualcosa.
Potrebbero essere questi consigli a farci capire perché nostro figlio non mangia e cosa potremmo fare per l’inappetenza
I bambini utilizzano atteggiamenti eclatanti per comunicare i loro stati d’animo e le loro intenzioni.
Un bambino potrebbe non mangiare anche in virtù della relazione che ha con il genitore con cui consuma il pasto o di quella che ha con il cibo. Rifiutare il cibo può essere anche dimostrazione della volontà di controllare qualcosa.
Magari il bambino in quel momento si sente trascurato e vuole più attenzioni da noi.
Oppure è il cibo il problema, perché lo percepisce in modo sgradevole e potremmo provare a darglielo sotto altre forme.
Potrebbero essere cause psicologiche, come una manifestazione di stress tramite un rifiuto categorico del cibo.
Oppure potrebbe voler affermare con fermezza se stesso e la propria volontà, sfidando i genitori.
In questi casi sarebbe meglio dare spazio ai suoi bisogni e lasciare che il bambino agisca in autonomia, magari facendolo mangiare da solo.
Anche se siamo abituati a dover essere autoritari, spesso, è bene lasciare spazio ai nostri figli di autodeterminarsi.
Finché il bambino non è in pericolo di essere malnutrito, assecondare i suoi stati d’animo non è mai sbagliato.
Inoltre ricordiamoci sempre che i bambini fanno quello che facciamo noi e che le loro abitudini alimentari altro non sono che le nostre. Dunque potrebbero essere questi consigli ad aiutarci nel rapporto con il nostro piccolo.