In linea teorica investire in Borsa su un titolo sottovalutato potrebbe essere un ottimo affare. Se poi il titolo in questione presenta, secondo le raccomandazioni degli analisti, utili in crescita allora andrebbe inserito in un portafoglio investimenti e assett allocation.
Andiamo ad analizzare il caso IRCE.
Potrebbe essere un affare comprare un titolo sottovalutato e con gli utili in crescita?
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Qualunque sia l’indicatore utilizzato, IRCE risulta essere sempre sottovalutato. Ad esempio, secondo l’analisi basata sui multipli di mercato il titolo è molto sottovalutato se si considerano il rapporto prezzo/utili (PE) e il Price to Book ratio (PB). In entrambi i casi le quotazioni del titolo potrebbero più che raddoppiare rispetto ai livelli attuali. Inoltre, facciamo notare che il titolo ha un rapporto “enterprise value to sales” di 0.1 per l’anno 2022, uno dei più bassi di Piazza Affari.
Secondo gli analisti, poi, per i prossimi tre anni gli utili sono previsti a crescere a un ritmo medio annuo del 30% superiore a quello della media dei suoi competitors.
Anche per l’unico analista che copre IRGE il giudizio è positivo con un consenso medio mantenere, con un prezzo obiettivo medio che esprime una sottovalutazione di circa il 30%.
Quindi, potrebbe essere un affare comprare un titolo sottovalutato e con gli utili visti in crescita? Vediamo qual è la risposta dell’analisi grafica a questa domanda.
Quando tornare compratori secondo l’analisi grafica
Il titolo IRCE (MIL:IRC) ha chiuso la seduta del 5 settembre a 2,19 euro, in ribasso del 2,67% rispetto alla seduta precedente.
Dopo circa altri due mesi di contrattazioni poco o nulla è cambiato, dal punto di vista grafico, rispetto a quanto scrivevamo a fine luglio. Anzi, quel poco che è cambiato è cambiato in peggio.
Come si vede dal grafico, infatti, il segnale del BottomHunter è stato negato nonostante quello precedente, scattato in chiusura della settimana del 27 luglio 2022, abbia poi portato a un rialzo di circa il 150%.
Una conferma del rialzo del titolo, poi, si avrebbe nel caso di una chiusura settimanale superiore a 2,41 euro. In questo caso le quotazioni potrebbero partire verso l’obiettivo più probabile in area 2,88 euro. A seguire, poi, la proiezione rialzista (linea tratteggiata) potrebbe andare a toccare area 3,6 euro, prima, e area 4,4 euro, poi.
Al ribasso, invece, l’obiettivo rimane area 1,93 euro. Una chiusura settimanale sotto questo livello, poi, potrebbe fare accelerare al ribasso verso area 0,81 euro.
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