Dopo anni di sofferenza e incertezza, potrebbe essere finalmente arrivato il momento della riscossa per le azioni Fincantieri. Il rilancio arriva da due settori agli antipodi, ma che nel caso della società quotata a Piazza Affari convergono per un rilancio in Borsa atteso ormai da tanti anni. Stiamo parlando del settore della difesa e dei viaggi.
I motivi alla base del rilancio di questo titolo azionario: le spese militari e le navi da crociera
Indice dei contenuti
L’instabilità geopolitica degli ultimi anni ha portato a un considerevole aumento della spesa militare in tutti i Paesi del Mondo. Conseguentemente, anche la spesa in difesa navale crescerà con un impatto significativo sui conti di Fincantieri.
C’è, poi, l’aspetto legato alla ripartenza del turismo che ha portato il settore delle crociere a livelli di occupazione delle navi precedenti la pandemia.
Con questi due punti chiave il nuovo piano industriale presentato dall’amministratore delegato Pierroberto Folgiero ha riscontrato molti consensi tra gli operatori finanziari che hanno spinto al rialzo le azioni Fincantieri.
Potrebbe essere finalmente arrivato il momento della riscossa per le azioni Fincantieri: le indicazioni dell’analisi grafica
Il titolo Fincantieri (MIL:FCT) ha chiuso la seduta del 13 febbraio a quota 0,6535 euro, in rialzo del 6,26% rispetto alla seduta precedente.
Negli ultimi anni il titolo è arrivato a perdere dai massimi del 2018 oltre il 70%. Una possibile spiegazione di questa debolezza era quella legata al rapporto tra debito e capitalizzazione, uno dei peggiori di Piazza Affari.
Da qualche mese, però, le cose stanno andando meglio e potrebbero migliorare ancora di più. Con la rottura della forte resistenza in area 0,6305 €, accompagnata da un aumento dei volumi di circa il 580%, le quotazioni di Fincantieri potrebbero dirigersi verso nuovi obiettivi in area 0,7465 €, prima, e area 0,8625 €, poi.
Solo una chiusura giornaliera inferiore a 0,6305 € potrebbe spingere nuovamente il titolo al ribasso.
Le raccomandazioni degli analisti
Per gli analisti, secondo quanto riportato sulle riviste specializzate, il prezzo obiettivo medio esprime una sopravvalutazione di oltre il 20%. Questa previsione potrebbe essere molto solida in quanto la dispersione tra le raccomandazioni degli analisti è pari a circa il 7%. C’è, quindi, una visione coerente tra gli addetti ai lavori.