Il tema dell’eredità nell’ordinamento italiano è sempre piuttosto complesso. Non sempre, infatti, è possibile risalire all’esatta consistenza dei debiti e dei crediti. A questo si aggiungono oggettive difficoltà nella suddivisione dell’asse ereditario, specie quando si tratta di beni immobili. Per questi motivi, alcuni preferiscono lasciare l’eredità sotto forma di questi beni che, tra le altre cose, non sono nemmeno soggetti all’imposta di successione.
Talvolta gli eredi procedono all’accettazione dei beni ereditati tramite il meccanismo dell’accettazione con beneficio d’inventario. Questo porta l’erede a non temere di dover rispondere con i propri beni. Molti invece preferiscono rinunciare semplicemente all’eredità. Questa scelta viene presa da quanti temono che i debiti possano superare i crediti. C’è una buona notizia per loro, visto che hanno il diritto di richiedere il TFR in alcune circostanze. Così vediamo come possono ottenere questa indennità facendone richiesta.
Decisivo il momento della richiesta
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Il trattamento di fine rapporto è un’indennità che viene corrisposta secondo il nostro ordinamento al lavoratore che si trovi nella necessità di trovare nuovamente un impiego dopo averne cessato uno, oppure ai parenti sopravvissuti in caso di premorienza. Il Codice Civile, infatti, prevede all’articolo 2122 che i parenti ed affini che vivevano a carico del prestatore di lavoro hanno diritto all’indennità.
L’articolo 12, comma 1 lettera C del D. lgs. 346/1990, poi, prevede che dall’attivo ereditario siano escluse le indennità di natura previdenziale. Dunque, i parenti che non accettano l’eredità avrebbero diritto a percepirla. Occorre però massima precauzione in questo, e se necessario rivolgersi ad un esperto. Infatti, se il de cuius è mancato prima del termine del rapporto di lavoro, l’indennità potrà essere corrisposta ai parenti che abbiano rinunciato all’eredità in quanto quella somma di denaro non era ancora diventata parte dell’asse ereditario.
Possono ottenere questa indennità facendone richiesta anche coloro che rinunciano all’eredità
Ben diversa è la situazione qualora la morte sia avvenuta successivamente alla fine del rapporto di lavoro. In questo caso, infatti, il TFR sarebbe già diventato parte dell’asse ereditario. Ciò significa che dovrà essere suddiviso tra tutti gli eredi che abbiano accettato l’eredità secondo la rispettiva quota. In questo caso richiederlo od entrarne in possesso significherebbe accettare tacitamente l’eredità. Questo sarebbe un grosso inconveniente. Infatti, una volta accettata la qualifica di eredi, non si può più rinunciare all’eredità.
Il ragionamento valido per il TFR, peraltro, non si può estendere ad altri tipi di compensi maturati per il rapporto di lavoro. Tra questi c’è la retribuzione stessa, la tredicesima e l’indennità per le ferie che non sono state godute. Attenzione, infine, perché in certi casi l’importo del TFR potrebbe essere corrisposto anticipato.
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