L’approdo al collocamento in quiescenza rappresenta per molti contribuenti un momento fortemente desiderato negli ultimi anni di lavoro. Si inizia ad entrare in una stagione dell’esistenza in cui gli impegni occupazionali possono passare in second’ordine rispetto ad altri interessi e tempi di vita. Per questo motivo, sempre più spesso si cerca di accorciare l’attesa per raggiungere l’agognata pensione. Alcune categorie di contribuenti possono beneficiare di determinate agevolazioni previdenziali in ragione del loro impiego. Possono andare in pensione 5 mesi prima questi lavoratori che si affrettano a presentare domanda e nel presente articolo vediamo chi sono gli interessati.
Come coprire i buchi contributivi?
Indice dei contenuti
Attualmente, coloro che intendono collocarsi in quiescenza per mezzo della pensione di vecchiaia, sanno che il tetto minimo di età ammissibile corrisponde a 67 anni. A tale requisito si aggiunge anche quello contributivo minimo che si fissa a 20 anni. Avevamo illustrato in un precedente approfondimento a quanto ammontano le pensioni dei lavoratori con 20 anni di contributi INPS e quali vincoli valgono sull’assegno. In molti casi, la discontinuità della carriera evidenzia dei buchi contributivi che possono talvolta ostacolare l’uscita dal mondo del lavoro.
In queste circostanze è utile ricordare che l’INPS versa 5 anni o più di contributi aggiuntivi e non serve pagare le spese di accredito. Fatte salve queste premesse, possiamo vedere in quali casi è possibile ottenere una riduzione dell’età pensionabile.
Possono andare in pensione 5 mesi prima questi lavoratori che si affrettano a presentare domanda
Esistono alcune categorie, come quella dei lavoratori gravosi, che possono contare su alcune garanzie ai fini pensionistici. Come molti sapranno, coloro che svolgono mansioni identificate come gravose sono identificati dalla Legge n. 232/2016 e dalle Legge n. 205/2017.
Coloro che rientrano in queste categorie possono beneficiare di alcune tutele a patto che per un determinato numero di anni abbiano svolto attività lavorativa gravosa. Una delle garanzie che lo Stato assicura a questi contribuenti riguarda proprio l’anticipo del pensionamento.
I lavoratori gravosi, a seguito delle modifiche presenti in Legge di Bilancio 2021, avranno la facoltà di chiedere l’APE sociale, oppure scegliere la pensione anticipata. Oltre a queste agevolazioni, se ne aggiunge una ulteriore sull’età pensionabile. Nel 2021 i lavoratori gravosi possono accedere alla pensione anche con 66 anni e 7 mesi di età a fronte di 30 anni di contributi. Questo è quanto prevede la Legge n. 205/2017 e le successive riforme. La pensione decorre dal primo mese successivo alla maturazione del requisito anagrafico.
Dunque, è possibile accedervi 5 mesi prima rispetto al requisito di vecchiaia canonico dei 67 anni. Per finire, un’ulteriore possibilità di accesso al pensionamento prevede il possesso di 42 anni e 10 mesi di contributi senza vincoli di età anagrafica.
Approfondimento
L’INPS assegna subito fino a 6 anni di contributi in più a chi presenta questa richiesta