Possibilità di ottenere NASPI o il RdC in caso di stipendio sospeso senza Green Pass

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Il problema della sospensione dal lavoro, per chi è senza Green Pass, riguarderà circa 4/5 milioni di lavoratori. Si tratta dei non vaccinati, che dal 15 ottobre, dovranno fare i conti con la sospensione dal lavoro, non retribuita. Ciò, almeno fino al 31 dicembre, data fino alla quale è stato prorogato lo stato di emergenza. Quindi, chi è senza Green Pass a lavoro, dovrà restare a casa e la sua sarà un’assenza non retribuita fin da subito. Poi, dal 5° giorno di assenza, scatterà la sospensione dal servizio, anch’essa non retribuita.

L’unico aspetto positivo è che si tratta di una sospensione che non può, successivamente, giustificare da sé sola, il licenziamento. L’alternativa sarebbe fare un tampone. Tuttavia, in tal caso, la situazione si complicherebbe oltremodo, avendo questo una durata di sole 48 ore, 72 se molecolare. A questo punto, la domanda che ci si pone è se sia possibile avvalersi di misure di sostegno. In particolare, ci si interroga sulla possibilità di ottenere NASPI o il RdC, in caso di stipendio sospeso senza Green Pass.

Possibilità di ottenere NASPI o il RdC in caso di stipendio sospeso senza Green Pass

 Quindi, durante il periodo di sospensione, vi è la possibilità di richiedere l’indennità di disoccupazione o il reddito di cittadinanza? Ebbene, la risposta è negativa, in quanto la sanzione sarà effettiva e drastica. Infatti, chi non farà il vaccino e preferirà subire la sospensione non potrà ottenere neppure la disoccupazione. Questo perché la sospensione non comporta l’interruzione del rapporto di lavoro. Difetterebbe, infatti, il requisito essenziale per ottenere la NASPI, che è la perdita involontaria del lavoro. La conseguenza è che si dovrà accettare la sospensione dello stipendio e la mancata copertura previdenziale per i relativi periodi. Il tutto senza possibilità di richiedere l’indennità di disoccupazione.

Si può ottenere il reddito di cittadinanza?

Per quanto riguarda il reddito di cittadinanza, invece, il discorso è diverso. Infatti, in teoria, possono ottenerlo anche coloro che lavorano, però, in concreto, è difficile che ne ricorrano i requisiti. Questo perché, per la corresponsione del beneficio, rileva l’ISEE, che si basa sui redditi e patrimoni di due anni prima. Pertanto, non entrerà in gioco l’aspetto relativo alla sospensione dello stipendio. Inoltre, chi al momento della domanda lavora ha l’obbligo di comunicare il reddito lordo dell’anno solare di svolgimento dell’attività lavorativa. Sicché, in questa comunicazione non è prevista l’ipotesi della sospensione. Infatti, nel calcolo effettuato dall’INPS si dà per scontata la percezione dello stipendio. Pertanto, si può concludere che è alquanto difficile che chi lavora, ancorché sospeso, possa ottenere il reddito di cittadinanza.

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