L’Esecutivo sta valutando un possibile ulteriore rinvio per le scadenze fiscali, giustificato dalla crisi Covid. Quindi, è possibile un ulteriore rinvio delle scadenze fiscali al 30 ottobre, o addirittura fino al 30 novembre. Tuttavia, non si tratterà di un rinvio indiscriminato, valevole per tutti. Il rinvio al 30 ottobre, presumibilmente, riguarderà soltanto i contribuenti che, nel primo semestre 2020, hanno avuto un calo di fatturato di almeno 1/3 rispetto al 2019. Si tratterà di una sorta di pace fiscale, che riguarda la categoria degli operatori. Non si sa ancora, per il resto se vi saranno ulteriori proroghe o se subentrerà una nuova rottamazione delle cartelle esattoriali. Tuttavia, probabilmente, insieme alla sospensione dei versamenti ci sarà anche quella della riscossione coattiva. Quest’ultima, potrebbe slittare fino al 30 novembre. In questo modo, si dovrebbe evitare un’ondata di 9 milioni di provvedimenti che verrebbero inviati ai contribuenti prima di Natale.
Come si procederà alla proroga
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Abbiamo anticipato che è al vaglio del Governo un possibile un ulteriore rinvio delle scadenze fiscali. Ma come avverrà? Tecnicamente, si dovrebbe procedere con un emendamento al Decreto Agosto, in fase di conversione in legge al Senato. Detto emendamento verrà inserito dal Governo, dopo l’avvenuto confronto con i vertici del dicastero con le associazioni dei commercialisti. Il termine per la presentazione dell’emendamento di che trattasi (e di tutti gli altri in generale) è il 14 settembre.
Le proteste, provenienti da diverse categorie, quindi, sono state accolte dal Governo che, appunto, ha accettato di differire i versamenti. Il rovescio della medaglia, tuttavia, ci sarà per chi, entro il 30 ottobre, pagherà la maggiorazione che diventerà dello 0,8%, e non più dello 0,4. Però si tratta, di quei versamenti scaduti ad agosto, relativi al saldo 2019 e alla prima rata di acconto 2020. Quindi, accumulando ritardo, è giusto che paghino di più.