Portare i propri soldi all’estero conviene?

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Sono moltissimi i motivi che possono spingerci a chiederci se l’idea di portare i propri soldi all’estero conviene. E’ probabile che dopo una vita passata a lavorare, o in occasione di un’eredità, si abbia a disposizione una discreta somma di denaro. Magari si vorrebbe investirla in qualche attività o in un’operazione finanziaria in un Paese diverso dal nostro. O magari è la solidità finanziaria del nostro Paese a non convincerci e abbiamo paura di perdere i nostri risparmi.

Sul tema di come trasferire denaro all’estero e sulla convenienza c’è grande confusione e disinformazione nella popolazione. Vogliamo dunque fornirvi in questo breve articolo delle linee guida per rispondere alla domanda: portare i propri soldi all’estero conviene?

Ma andiamo per gradi.

E’ possibile portare i propri soldi all’estero?

A questa domanda rispondiamo affermativamente: portare i propri soldi all’estero è del tutto legale e previsto dal D. Lgs. n. 195/2008. Ovviamente, a condizione di farlo nel rispetto delle regole.

A quali rischi si va incontro?

Sono molte le variabili di cui tener conto prima di spostare capitali fuori dal nostro Paese, dai costi alle tutele garantite nel Paese di destinazione. I contribuenti che detengono denaro fuori dall’Italia devono indicare l’entità della somma nella dichiarazione dei redditi. Non facendolo rischiano l’accertamento fiscale e le eventuali conseguenze economiche e giudiziarie. Se i capitali investiti producono interessi bisogna poi provvedere al pagamento delle tasse sui rendimenti realizzati all’estero. Portare i propri soldi all’estero è dunque, nella maggior parte dei casi, una scelta più onerosa che conveniente, in ogni caso non idonea a scampare alla tracciabilità fiscale.

Quanto costa trasferire i propri soldi all’estero?

Per quanto riguarda i costi, all’estero sono solitamente più alti. Le banche elvetiche, ad esempio, sono più care di quelle italiane, sia per quanto riguarda le commissioni per la tenuta del conto corrente che per la movimentazione di titoli. Se inoltre, l’obiettivo del contribuente che sposta soldi all’estero è far sparire parte del patrimonio dal radar del Fisco, le cose si complicano ulteriormente. Con lo scambio automatico delle informazioni i tesoretti all’estero vengono intercettati velocemente.

L’unica alternativa sarebbe quella di trasferire i propri capitali nei Paesi esotici. Opzione che presenta numerosi svantaggi: i costi possono diventare astronomici e i rischi (persino penali) sono altissimi. Le tutele per il cliente, infatti poi sono quasi nulle, anche in caso di una scorretta gestione del denaro da parte dell’intermediario straniero.

In qualità di esperti del team ProiezioniDiBorsa consigliamo a chi intende detenere dei capitali all’estero di creare un tesoretto all’estero pur rimanendo nei confini italiani. Una soluzione è rappresentata dall’acquisto di titoli che fanno riferimento a fondi di diritto estero. Così facendo azioni e obbligazioni non sono a rischio, a differenza delle somme detenute nel conto corrente.

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