Un’opera che ciclicamente fa discutere l’opinione pubblica italiana. Sin dal lontano 1934 quando il generale Antonino Calabretta presentò un primo progetto che collegasse Sicilia e Calabria. Oggi, a distanza di quasi 90 anni, siamo ancora allo stesso punto. Anche se, si dice che il 2024 possa essere l’anno giusto per far partire i cantieri.
Ma chi lo dice? Più che altro, se lo augura fortemente il Ministro dei Trasporti Matteo Salvini, sostenitore del ponte solamente da qualche anno. Quando Matteo Renzi era al Governo, infatti, ne era chiaramente contrario. Si sa, però, che in Italia le opinioni cambiano con ritmo piuttosto frequente.
Ieri è stato presentato dal consorzio Eurolink il progetto aggiornato dell’opera. Comprensivo di tutti quei collegamenti stradali e ferroviari che si renderanno necessari per arrivare nei due punti in cui sorgerà: Ganzirri in Sicilia e Punta Pezzo in Calabria. Il tratto più corto dello Stretto, lungo circa 3 chilometri e 300 metri. Qui dovrebbero essere posizionati i blocchi di ancoraggio dei cavi d’acciaio e le fondazioni in calcestruzzo dove appoggeranno le torri da 399 metri.
Sarebbe il ponte sospeso più lungo del mondo, ben un chilometro e 270 metri in più di quello sullo Stretto dei Dardanelli, in Turchia, inaugurato nel 2022. Un’opera complessa, che darebbe straordinario lustro all’Italia in termini di ingegneria applicata alle costruzioni.
Le polemiche
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Come storicamente accade quando si citano queste tre parole, ecco piovere le polemiche e i dibattiti sui contrari e favorevoli. L’impatto economico e ambientale, oltre all’utilità e alla sicurezza, sono da sempre i temi più caldi. Chi è stato in Sicilia e Calabria può tranquillamente testimoniare che semmai si realizzasse il ponte, poi bisognerebbe costruire tutte quelle strutture adeguate a valorizzarlo sui due territori. Terre meravigliose, indubbiamente, ma che, a livello di infrastrutture sono profondamente in difficoltà rispetto ad altre zone d’Italia.
Non solo. 15 miliardi di euro, questa la stima attuale, sono una cifra enorme, che, al momento, lo Stato Italiano non può minimamente permettersi di pagare. Senza dimenticare che il ponte, pur essendo ancora un progetto su carta, o meglio, al computer, è già costato alla collettività diversi milioni di euro in studi, approfondimenti, bozze ecc.
Ponte sullo Stretto: pronto il progetto, via ai lavori nell’estate 2024?
Ora, pensare che in meno di nove mesi si trovino i fondi e si inizi davvero ad aprire i cantieri è quantomeno ipotesi molto ottimista. Sicilia e Calabria dovrebbero sottrarre ad altri settori un’ingente parte dei fondi economici a disposizione. Lo Stato, poi, contribuirà, ma ancora non si sa in che misura e sotto quale forma. Si ipotizza che verranno stanziate delle risorse nella prossima Legge di Bilancio o che verranno utilizzate linee di credito nazionale e internazionale. Senza dimenticare una possibile richiesta d’aiuto alla Banca Europea.
Ponte sullo Stretto: pronto il progetto, dunque, ma non ancora i soldi per realizzarlo. Si potrebbe sintetizzare così la storia di un’opera che sembra uscita dalla penna di Samuel Beckett, l’uomo che scrisse “Aspettando Godot”. Chissà se il finale sarà lo stesso.